Sostenibilità

Con la filiera corta consumatori più sicuri e aziende più solide

Intervista al ministro Luca Zaia

di Redazione

di Angela Carta
«L’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli oli extravergini e vergini di oliva è il risultato di una battaglia condotta con tenacia e con convinzione. Questa legge è un passo importante nella difesa della qualità e della trasparenza». È soddisfatto il ministro per le Politiche agricole, alimentari e forestali, Luca Zaia, per l’approvazione di una norma che si augura apra presto la strada a un nuovo corso fatto di informazioni utili e che tutelino il consumatore.

Consumers’ Magazine: Ministro, un primo successo l’etichettatura dell’olio?
Luca Zaia: Abbiamo finalmente uno strumento prezioso per difendere i nostri produttori di olio e per tutelare il made in Italy. D’ora in poi tutti sapranno esattamente cosa stanno comprando, perché il consumatore potrà finalmente distinguere il prodotto italiano dagli oli di oliva provenienti dagli altri Paesi comunitari e non comunitari. È anche lo strumento di cui avevamo bisogno per combattere al meglio le contraffazioni e le truffe: nessuno potrà più spacciare impunemente per italiano l’olio proveniente da altri Paesi.CM: La nuova disciplina sull’etichettatura è il punto centrale del ddl sulla competitività agroalimentare, che ha recentemente proposto. Quanto è importante che venga approvato?Zaia: Rilanceremo il settore-agroalimentare, con importanti passi in avanti soprattutto nel contrasto delle frodi. Vogliamo inaugurare una nuova stagione, nella quale la trasparenza delle informazioni sia, allo stesso tempo, un valore aggiunto, una grande opportunità per le aziende e anche un decisivo criterio di scelta di cosa acquistare da parte dei consumatori. Si tratta della migliore soluzione per lo sviluppo delle aziende agricole e per un loro reale beneficio economico. La ridotta dimensione degli impianti garantisce inoltre, in perfetta sintonia con l’idea di filiera corta che sosteniamo e promuoviamo con convinzione, che l’approvvigionamento sarà prevalentemente circoscritto al mercato locale.CM: L’obbligo di indicazioni, con diverse modalità, riguarderà sia i prodotti trasformati che non trasformati. Per chi infrange la norma sono previste sanzioni fino a 10mila euro. Crede che l’entità di questa sanzione possa funzionare da deterrente per le aziende produttrici?
Zaia: Le sanzioni per chi viola l’obbligo dell’indicazione d’origine sono ancora in corso di definizione. Stiamo lavorando tempestivamente a un decreto attuativo. Faremo in modo, infatti, che tutte le misure siano pronte prima del 1° luglio prossimo, data in cui entrerà in vigore il provvedimento. Non solo, ci stiamo adoperando sia per le norme sanzionatorie sia per quelle applicative, ma le faremo rispettare in modo rigoroso. Dobbiamo tutelare la salute dei nostri cittadini e la qualità del nostro made in Italy.CM: Altro punto del ddl è l’estensione a tutto il territorio nazionale dei contratti di filiera e distretto, già circoscritti alle sole aree sottoutilizzate. Confagricoltura è dubbiosa sul fatto che la nuova norma possa in effetti produrre un aumento della competitività e ritiene che sarà difficile far applicare una norma italiana o europea al di fuori dell’UE dove avviene la maggior parte dell’agropirateria. Come risponde a queste perplessità?
Zaia: Il nostro Paese è impegnato in prima fila a sensibilizzare l’opinione pubblica e i governi sull’importanza delle indicazione dell’origine dei prodotti. Bisogna precisare però che questo regolamento vale per l’Unione europea, mentre a livello internazionale si applicano le norme del Paese d’importazione. Ci sono anche delle regole internazionali, che ci obbligano a seguirne gli indirizzi, ma non ad applicarle. C’è d’altra parte una grande sensibilità a livello dei Paesi importatori ad adottare una linea di trasparenza delle informazioni. Sono convinto che riusciremo ad ottenere un largo consenso in questa direzione.


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