Salute
Con la donazione nel sangue. Sono i 300mila Fratres
Le campagne informative sono una delle attività istituzionali che, soprattutto nel Centro-Sud Italia, associa migliaia di donatori di sangue e diffonde la cultura del dono
Due anni fa il volto della Consociazione nazionale dei gruppi donatori di sangue Fratres delle Misericordie d?Italia è stato Gigi Buffon, e a inizio dicembre al portiere della nazionale, durante una cerimonia in provincia di Massa Carrara, è arrivato il grazie del presidente nazionale Luigi Cardini per il suo contributo nell?incremento delle donazioni di sangue. Pochi giorni dopo è stata lanciata la campagna 2006 accompagnata dallo slogan: «Fatti un regalo. Dona!» con testimonial Paola Saluzzi. Le campagne informative sono del resto una delle attività istituzionali di questa realtà che, soprattutto nel Centro-Sud Italia, associa migliaia di donatori di sangue e diffonde la cultura del dono.
«La nostra è un?associazione di associazioni, siamo una consociazione cui fanno riferimento 640 gruppi sparsi in Italia», spiega il presidente Cardini. «La consociazione non fa raccolta fondi, noi viviamo dei rimborsi che, per legge, sono riconosciuti a ogni gruppo per le donazioni di sangue ed emocomponenti».
Il meccanismo è solo apparentemente complesso. In pratica i gruppi Fratres presenti sul territorio danno una parte delle loro entrate (il 27%) alla Consociazione nazionale, che ha sede a Firenze ed è composta dai livelli nazionale, regionale e provinciale dell?associazione. «È l?assemblea nazionale dei gruppi Fratres che decide come suddividere ulteriormente i fondi. Per il 2005 si è deciso di dare il 56% al livello nazionale», ricorda Cardini.
«I fondi noi li spendiamo per un terzo nel funzionamento della struttura, che ha solo due dipendenti e che, lo sottolineo, incidono solo per il 4%. Tutto il resto va all?attività istituzionale che per noi consiste nella sensibilizzazione al dono del sangue in Italia», precisa il presidente, che ricorda anche come tutti i membri dei consigli del movimento Fratres siano volontari. «Parliamo di oltre 600 persone che operano per il funzionamento di ogni livello della struttura e che sono un?altra cosa rispetto ai donatori presenti soprattutto nel Centro – Sud mentre sono tre i gruppi attivati nel Nord Italia». In totale, i donatori sono oltre 300mila, 93mila dei quali sono considerati attivi, cioè con più di una donazione l?anno. La Fratres ha contribuito per ben 120mila unità di sangue e di emocomponenti al sistema sanitario nazionale.
«Le campagne che realizziamo fanno parte dei compiti del livello nazionale della Consociazione. Per noi sono un investimento che ha il fine di aumentare la sensibilizzazione per il dono del sangue. Un altro settore nel quale ci muoviamo è la formazione dei volontari-dirigenti, importante soprattutto per l?approccio comunicativo e di dialogo per diffondere questa cultura del dono», spiega il presidente di Fratres. Per Cardini quando si guardano i conti della Fratres non va dimenticata la questione dell?Iva: «In una realtà come la nostra incide per il 5% delle spese. Per noi è un costo, un?imposta che non scarichiamo. I testimonial, da Buffon alla Saluzzi, a Yuri Chechi non hanno mai chiesto nulla», tiene a precisare ricordando infine la vera ricchezza della consociazione: i volontari. «Se dovessimo fare il bilancio sociale conteggiando e dando un valore alla loro opera otterremmo un risultato di una ricchezza incredibile».
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