Welfare

Con la contrattazione istituto per istituto a rischio migliaia di inserimenti lavorativi Ma la cooperazione sociale promette battaglia

I servizi di pulizia nelle scuole

di Redazione

Ci sono migliaia di inserimenti lavorativi delle cooperative sociali fra gli oltre 14mila esuberi sentenziati dal ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini. Posti di lavoro che avrebbero dovuto essere tutelati. Così almeno era stato promesso nel 2001 quando, con un decreto ministeriale, si era proceduto alla “stabilizzazione” di circa 26mila persone: 13.500 lavoratori socialmente utili stabilizzati dai consorzi Ciclat – Confcooperative, Cns – Legacoop, Miles – Confapi e Manital – Confindustria e 12.500 operatori dei cosiddetti “contratti storici” (ovvero le esternalizzazioni già in essere, molte delle quali a cooperative sociali). Per loro, impegnati nei servizi di pulizia all’interno delle scuole pubbliche, l’Istruzione stanziava – fino allo scorso anno – 640 milioni di euro. Poi alcune circolari del ministro hanno dettato una linea diversa. Tant’è che per il 2011 sono stati stanziati solo 264 milioni.

Criteri ancora da scrivere
«L’idea è quella di fare nuove gare i cui criteri sono ancora da determinare», spiega Massimo Stronati, presidente di Federlavoro e Servizi di Confcooperative, «gare da espletare entro il 30 giugno, data nella quale scade la proroga degli attuali appalti». Ma se i criteri non sono ancora stati scritti, «si va verso la contrattazione istituto per istituto, magari al massimo ribasso, magari coinvolgendo nelle pulizia il personale Ata», prosegue il presidente, che sottolinea come questo potrebbe oltretutto creare qualche difficoltà anche ai bidelli (il cui organico è stato, in tre anni, decurtato di 47mila unità).

Sindacati in campo?
Spiega Loris Cervato, responsabile di Legacoopsociali Veneto (regione in cui si sono persi già 50 inserimenti lavorativi): «Siamo stati costretti a scegliere, fra cassa integrazione e riduzione di orario, cercando di salvaguardare chi ha famiglia e figli. Nello stesso tempo stiamo facendo pressione sugli enti locali e lavorando perché le cooperative più piccole si mettano insieme, in modo da abbattere i costi». Ogni euro risparmiato può permettere un’ora di lavoro in più. Qualcuno la chiamerà una guerra fra poveri (alla quale, non a caso, non ha voluto partecipare chi lavora sul campo: «I presidi si sono dimostrati disponibili a trovare soluzioni specifiche per i casi più delicati», sottolinea Cervato).
Una trattativa per ciascuna scuola vuol dire gare che non superano la soglia europea (110mila euro) e che quindi non devono sottostare ai controlli comunitari. «Se ogni istituto potrà comprare i servizi che gli servono, potrebbero anche essere fatte assegnazioni non proprio all’insegna della correttezza», aggiunge Bruno Baioni, responsabile commerciale del Consorzio Ciclat (che ha 6mila lavoratori impegnati nelle scuole). Che fare? «Continueremo a interloquire con il ministero, ma nello stesso tempo pensiamo a iniziative con il sindacato».

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