Welfare

Con il Servizio Civile il 10% dei giovani trova lavoro

Il dato emerge dal rapporto Isfol-INAPP, presentato dal Direttore generale Paola Nicastro e dal sottosegretario al ministero del lavoro e delle politiche sociali Luigi Bobba

di Monica Straniero

Il 10 per cento dei giovani ha trovato un lavoro grazie direttamente al servizio civile. È quanto emerge dal rapporto Isfol-INAPP, “Il Servizio Civile Nazionale tra cittadinanza attiva e occupabilità”, presentato dal sottosegretario al ministero del lavoro e delle politiche sociali Luigi Bobba e dal Direttore generale di Isfol-Inapp Paola Nicastro.

I risultati dell’indagine sono resi pubblici a due settimane dall’approvazione in Consiglio dei ministri del Decreto legislativo di riforma del Servizio civile universale. E utilizza come popolazione di riferimento i giovani volontari del bando 2013, un campione di 1.511 giovani su un totale di 13.375, che hanno svolto il servizio civile nel 2014-15 e che sono stati intervistati a un anno di distanza.

Siamo passati dai 15mila del 2014 ai 35mila del 2015, ai circa 42mila giovani che saranno avviati al servizio civile entro la fine dell’anno. Un’esperienza di cittadinanza attiva ma anche un’occasione per trovare lavoro. Dopo un anno dalla fine del servizio civile un giovane su due è occupato. Nello specifico, il 39,3% lavora e tra i giovani occupati il 61% ha un regolare contratto.

«Se confrontiamo i dati sull’occupazione con quelli rilasciati dall’Istat, secondo i quali l'Italia segna un tasso di disoccupazione fra i giovani sotto i 25 anni del 37%, possiamo affermare che il servizio civile migliora l‘occupabilità dei giovani. Soprattutto se si considera che a partecipare ai progetti di volontariato sono soprattutto le donne e chi proviene dal Mezzogiorno», spiega il sottosegretario Bobba.

L’indagine evidenzia anche un altro fatto, forse più interessante: il livello medio alto di istruzione dei giovani volontari. Il 47% dei giovani che fanno l’esperienza del servizio civile, è laureato, il 49% ha conseguito un diploma, mentre solo il 4% si ferma alla licenza media. Ancora. Circa il 13% dei volontari studia e lavora.

«L’obiettivo della riforma del servizio civile è accrescere il numero dei giovani da avviare al servizio civile», continua il sottosegretario Bobba. «A questo proposito nel decreto legislativo saranno previsti dei meccanismi premiali per quegli enti che proporranno progetti in grado di coinvolgere anche giovani con bassa scolarizzazione e minori opportunità socio-culturali».

Nell'ottica di creare un solido link scuola-lavoro, nel prossimo anno l’indagine Isfol-Inapp, assicura il sottosegretario al lavoro, sarà estesa ai giovani iscritti al programma Garanzia giovani che hanno svolto il servizio civile. «In questo modo potremo valutare se per i volontari coinvolti nel piano Europeo per la lotta alla disoccupazione giovanile, l’impegno in progetto di solidarietà e inclusione sociale ha rappresentato un trampolino di lancio nel mondo del lavoro».

Tra le priorità del Ministero spicca anche la valorizzazione dell’intreccio tra servizio civile e formazione. L’idea che potrebbe tradursi in un emendamento alla Legge di Bilancio è di riconoscere uno sgravio contributivo per quegli enti che assumeranno giovani in possesso di un titolo di studio che hanno svolto il servizio civile presso di loro.

Ma qual è il grado di soddisfazione dei giovani volontari? Secondo l’Isolf- INAPP, il 95% dei ragazzi che ha fatto il servizio civile dichiara di aver accresciuto le proprie competenze, mentre il 97% rifarebbe la scelta compiuta. Il 77% dei giovani volontari ha inoltre dichiarato di utilizzare nel proprio lavoro le competenze apprese durante il periodo trascorso da volontario mentre quasi sette giovani su dieci ritiene che l’impegno sociale sia stato importante nelle proprie scelte professionali.

«Dati che indicano chiaramente che a prevalere sono le scelte motivazionali di carattere individuale», prosegue Bobba. «I giovani scelgono di fare il servizio civile come strumento per arricchire le proprie competenze, mettersi alla prova e avvicinarsi al mondo del lavoro. Ed è per questo che il Ministero ha deciso che per l’anno 2016, nell’ambito del decreto legge sul terremoto, tutte le risorse stanziate dallo Stato per le attività del Terzo Settore saranno convogliati nei programmi di Servizio Civile».

E lo fa con un bando speciale di prossima pubblicazione che coinvolgerà circa 1600 ragazzi in progetti nelle regioni colpite dagli eventi sismici dei mesi scorsi. «A questo scopo saranno utilizzate risorse che non sono state impegnate. Mentre grazie ad un accordo con il Ministero dei beni e delle attività culturali, è in arrivo un ulteriore bando per 900 giovani che saranno avviati a progetti di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale».

La presentazione di questa nuova indagine giunge a ridosso dell’evento che in occasione dei festeggiamenti per il 15° anniversario del Servizio Civile Nazionale, istituito con la legge n. 64 del 2001, vedrà Papa Francesco ricevere il 26 novembre circa 7mila partecipanti tra giovani volontari e rappresentanti delle Istituzioni e degli enti di servizio civile.

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