Formazione

Con il Cuore si copre qualunque distanza

Le associazioni aiutano diecimila bambini

di Redazione

Quante volte, negli anni recenti, abbiamo visto in tv bambini che soffrono perché hanno fame, non hanno più i genitori, o hanno perso la casa, gli amici, la loro terra. Ogni volta ci siamo commossi, magari ci siamo anche chiesti sinceramente: ma io cosa ci posso fare? E non potendo fare niente abbiamo cambiato canale. Ma i problemi sono rimasti, anche se a migliaia di chilometri di distanza. Da qualche anno però molti italiani hanno scoperto che qualcosa si può fare, e senza bisogno di essere eroi o di partire per Paesi lontani. Sono i milioni di italiani che hanno scoperto l?adozione a distanza, un meccanismo semplice per cui versando una quota mensile (che di solito non supera le 100 mila lire) si contribuisce alla crescita di un bambino in difficoltà senza strapparlo alla sua famiglia e mantenendosi in contatto con lui tramite un?organizzazione che fa da ?ponte?. L?adozione – o sostegno – a distanza è così cresciuta, tanto che possiamo definirla il più significativo gesto di cooperazione che molti Paesi occidentali compiono per il Sud del mondo. Quest?anno poi l?Italia ha dato al sostegno a distanza un contributo eccezionale, grazie alla Partita del cuore della Nazionale italiana cantanti. ?Anch?io vorrei…? è il titolo che abbiamo voluto per l?iniziativa di raccolta fondi: dieci progetti di adozioni a distanza per diecimila bambini, dall?Ecuador all?India, dal Madagascar alla Tanzania, passando per Bangladesh, Etiopia, Albania, Bosnia, Iraq, Somalia. Ramazzotti, Morandi, Carboni e le altre star della Nazionale italiana cantanti non sono nuovi a grandi iniziative benefiche. La novità è che per la prima volta i contributi di chi ha voluto dare una mano non si fermeranno all?emozione di una serata, ma potranno dare frutti nel tempo: a ogni sottoscrittore verrà inviato un dossier che riguarda uno dei diecimila bambini, di cui conosciamo nome e cognome, situazione familiare e sociale, e potrà così seguirne la crescita e l?istruzione passo dopo passo, lungo i 24 mesi della durata del progetto. ?Anch?io vorrei? è suddiviso in tre sezioni, a seconda delle necessità a cui vuole rispondere: la prima sezione, ?Anch?io vorrei andare a scuola?, comprende progetti che mirano a costruire edifici scolastici o a fornire materiale didattico a bambini che non possono andare a scuola (come nell?Ecuador devastato dalle inondazioni del Niño) o che vengono precocemente avviati al lavoro per mancanza di alternative (come in India, Madagascar e Tanzania). La seconda sezione si chiama ?Anch?io vorrei una mamma?: progetti rivolti a bambini di strada (in Bangladesh e Etiopia) e a minori a rischio di abbandono per gravi disordini sociali (in Albania e Bosnia); la terza sezione ?Anch?io vorrei vivere? riguarda progetti per la cura delle malattie infettive e della malnutrizione di bambini che in Iraq e Somalia. L?obiettivo è raccogliere 3 miliardi di lire: con sole 300 mila lire all?anno infatti si può realizzare un progetto di sostegno a distanza per un minore in difficoltà. Come è possibile? L?adozione a distanza non si improvvisa, ed è forse questa una delle ragioni del suo successo. Il comitato promotore di ?Anch?io vorrei? è composto da cinque organizzazioni (Associazione amici dei bambini., Centro italiano per l?adozione internazionale, Comitato europeo per la formazione e l?agricoltura, Fondazione Terre des Hommes, Volontariato internazionale per lo sviluppo) che hanno tutte le caratteristiche necessarie per portare avanti delle autentiche azioni di cooperazione internazionale: esperienza pluriennale, personale sia in Italia che sul posto, incaricato di seguire ogni famiglia destinataria del contributo economico, e assoluta trasparenza nei bilanci. È inutile far credere alla gente che tutti i soldi raccolti andranno ai bambini: un?azione a distanza seria comprende anche delle spese (di organizzazione, di gestione, amministrative, postali) che noi quantifichiamo in una quota non superiore al 15% del totale. Avere dei cooperanti in loco, inoltre, è indispensabile per assicurarsi che le offerte vadano a buon fine e vengano correttamente utilizzate dalle famiglie dei bambini. Il contributo viene infatti sospeso se le famiglie non si impegnano a seguire i progetti di formazione, o se impediscono al bambino di andare a scuola. Con la Partita del cuore abbiamo dunque voluto dare un segnale forte e un aiuto concreto a chi ne ha davvero bisogno. Ma non ci fermeremo: ora organizzeremo riunioni con tutte le associazioni italiane che si occupano di adozione a distanza per mettere a punto un?azione comune. E chiunque abbia versato un contributo avrà la possibilità, scaduti i due anni di impegno, di continuare a sostenere il bambino che gli è stato affidato, magari per tutta la vita, o comunque finché avrà bisogno di aiuto. ?


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