Giustizia

Comunità minorili penali: serve l’alleanza con il Terzo settore

“Oltre le sbarre, la vera libertà”, questo il titolo scelto per l’incontro che Fondazione Asilo Mariuccia ha promosso a Milano e che ha visto l’intervento del ministro Carlo Nordio. Un’occasione per la presidente di Fam Emanuela Baio, di lanciare una nuova iniziativa: “Un Porto Nuovo”, ovvero la realizzazione di due comunità nella storica sede di Porto Valtravaglia in grado di accogliere una novantina di ragazzi in un percorso formativo

di Antonietta Nembri

«Un obbligo etico». Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio ha definito la sua presenza al convegno, promosso da Fondazione Asilo Mariuccia – Fam dedicato alla giustizia minorile che si è tenuto nella sede di Regione Lombardia. “Oltre le sbarre, la vera libertà – – Comunità minorili penali per un’integrazione reale e inclusiva”, il titolo scelto per l’incontro è quasi un programma di azione quando si parla di giustizia minorile. 

Un momento del convegno – foto da Ufficio stampa

All’evento milanese con il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, sono intervenuti il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, il presidente del Tribunale di Milano, Fabio Roia, quello dell’ordine degli Avvocati di Milano Antonino La Lumia e poi ancora, tra gli altri don Gino Rigoldi, Comunità Nuova, don Claudio Burgio, cappellano del Beccaria, Giulio Gallera, presidente della Commissione Speciale Pnrr della Regione e l’assessore regionale alla Famiglia Elena Lucchini. 

Servono comunità

Nell’occasione il presidente Fontana e l’assessore Lucchini hanno ricordato lo stanziamento regionale di 2,5 milioni di euro per l’attivazione sul territorio lombardo di nuove comunità educative e sociosanitarie per minori e giovani con disagio psichico e/o disturbi da uso di sostanze. Si tratta di unità sperimentali e innovative dedicate a ragazzi con provvedimenti della magistratura o in uscita dal percorso detentivo. Sia Fontana sia Lucchini hanno sottolineato l’importanza della collaborazione con il Terzo settore per la reale messa a terra di interventi in questo settore. 

Sinergie e risorse umane

«La situazione della delinquenza minorile è, al giorno d’oggi, difficile e precaria perché in continuo mutamento: scontare una pena non significa solo carcere» ha richiamato nel suo intervento il ministro Nordio, invitando a uscire da un visione “carcerocentrica” soprattutto nel campo della giustizia minorile.
«Cosa fare per ottemperare a questa problematica? Occorrono strutture adeguate, risorse umane specializzate in grado di fornire assistenza e supporto psicologico ai detenuti, compresi i minori, ma anche sinergia con gli Enti locali, il Terzo settore, gli organi della magistratura, attività di reinserimento e di riqualificazione personale attraverso sport e lavoro. Questa è la direzione da seguire e che vogliamo intraprendere», ha sottolineato ancora Nordio. Che nel richiamare l’importanza dello sport e del lavoro ha anche aggiunto che la gran parte dei giovani è recuperabile e va recuperata, ma «da soli non ce la possiamo fare se non con l’operatività efficace di volontariato e Terzo settore»


Un “Porto Nuovo” a Porto Valtravaglia

E del privato sociale, di quel mondo del Terzo settore fa parte Fondazione Asilo Mariuccia, una realtà storica milanese che «in prima persona si occupa di minori che hanno incrociato la giustizia. Noi questi ragazzi, questi minori stranieri non accompagnati li ospitiamo. Sono giovani che devono sentire uno Stato amico», ha ricordato Emanuela Baio, presidente della Fondazione che ha presentato a Fondazione Cariplo l’ambizioso progetto chiamato “Un Porto Nuovo”. Si tratta di un investimento di 2,8 milioni di euro per la realizzazione di due comunità penali minorili e laboratori pratico formativi per i ragazzi, nella storica sede di Porto Valtravaglia nel varesotto. Un investimento che consentirà, attraverso un’importante operazione di ristrutturazione edilizia, di accogliere in tutto 90 giovani tra residenziali e centro diurno, così da reinserirli nel lavoro e socialmente.

da sx Emanuela Baio e don Gino Rigoldi

«Le Comunità Minorili Penali rappresentano la vera àncora di salvezza per tutti quei ragazzi minorenni che hanno incontrato, loro malgrado, problemi con la giustizia. I dati in nostro possesso ci dicono che i minori che escono dalle comunità, rispetto a coloro che rimangono nella classica struttura carceraria, riducono drasticamente la loro propensione a commettere nuovi reati. Il nostro obiettivo, attraverso questo ambizioso progetto è quello di mettere a disposizione la nostra esperienza operando per un graduale ed efficace reinserimento sociale e soprattutto lavorativo di questi giovani»ha dichiarato Baio.

La presidente ha poi aggiunto: «Asilo Mariuccia è pronta, quello di cui abbiamo bisogno è un supporto convinto e concreto da parte delle Istituzioni, in particolare del ministero della Giustizia. Si sente parlare molto di inclusione, ma per includere è necessario fare sistema, lavorare insieme, promuovere una nuova speranza di vita e di futuro per una generazione che ha bisogno di credere in un presente e soprattutto in un futuro decisamente migliore».

Ragazzi da recuperare

Baio ha sottolineato come attraverso la creazione di comunità si possa stringere un patto di  civiltà «per dimostrare che il nostro Paese è capace di recuperare questi ragazzi» e ha citato l’esempio di un Msna di origine marocchina, Momo, oggi un imprenditore e cittadino italiano che ha appreso il mestiere nella comunità di Porto Valtravaglia della Fondazione Asilo Mariuccia.
«Sono tanti i Momo che possiamo recuperare», ha concluso Baio invitando il ministro Nordio a Porto Valtravaglia.

In apertura l’intervento del ministro Nordio al convegno promosso da Fondazione Asilo Mariuccia foto dell’autore

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