Welfare

Como: i detenuti raccontano le fiabe ai bambini

Succede alla Biblioteca Bassone: le audiocassette "Una favola per sognare" andranno ai piccoli degenti del S.Anna. Storia di un'esperienza eccezionale

di Benedetta Verrini

I detenuti raccontano le fiabe ai bambini: succede a Como, attraverso “Una favola per sognare”. E’ proprio questo, infatti, il titolo delle audiocassette che i detenuti della Casa Circondariale di Como, guidati e coordinati da Ida Morosini, volontaria responsabile della biblioteca dell’istituto, hanno registrato per i bambini degenti presso l’Unità Operativa di Pediatria dell’ospedale S. Anna di Como. L’iniziativa rientra nel progetto “Un libro una voce” promosso dal DAP (Dipartimento Amministrazione penitenziaria ? Roma dentro la cui cornice si colloca la particolarità del progetto di Como. Tra le finalità c’è quella di creare lavoro all’interno del carcere “conseguendo il duplice scopo di aiutare malati e tutte le persone, le quali, per qualsiasi motivo, non possono leggere ma ne hanno desiderio” spiega la Morosini, “e riabilitare i detenuti, per i quali il valore del lavoro si arricchisce e si potenzia con la speranza di un futuro diverso e migliore, conseguente alla possibilità di reinserimento sociale”. In settembre ci sarà la cerimonia ufficiale di consegna delle audiocassette ai bambini, in presenza delle autorità di riferimento sia della realtà penitenziaria che dell’ASL di Como. Si tratta di un lavoro di eccellente livello: 7 audiocassette, per un totale di 14 favole, di tanti paesi, scelte tra le raccolte di tradizione popolare caucasica e persiana, e per quella italiana le fiabe raccolte da Italo Calvino. Per soddisfare le esigenze dei piccoli degenti stranieri, 4 sono state tradotte in spagnolo, 2 in arabo, 2 in rumeno, 2 in albanese, 1 in inglese e 1 in francese. “E’ stata una grande emozione” spiega Ida Morosini. “Voci tremule, espressioni incerte, ma forte determinazione a continuare, senza nessuna esitazione. Ne è emersa un’umanità staordinariamente ricca e generosa, timida e delicata, che ha scoperto la gioia legata alla possibilità di fare del bene, semplicemente e gratuitamente”. ?Immaginavo di leggere per la mia bambina e rabbrividivo per l?emozione” ha commentato uno dei detenuti che hanno collaborato al progetto, Karim Sofiane, di 30 anni. “Questa esperienza rimarrà sempre nel mio cuore: è stata bellissima e mi ha insegnato che bisogna amare le cose che si fanno per farle bene?. ?Mi sono tanto divertito di fronte alle immancabili ?papere? dei lettori, ma quando è stato il mio turno, ero emozionatissimo, come o forse anche più degli altri e non riconoscevo affatto la mia voce: così ho capito quello che vuol dire stare dall?altra parte” ha aggiunto Nicola, milanese, 38 anni, bibliotecario e curatore del mixer. “L?esperienza ? conclude ? è stata importante, come tutte quelle che si sperimentano in biblioteca, perché mi ha consentito di rendermi utile agli altri, specialmente ai bambini malati: ha fatto scattare in tutti e anche in me la molla della solidarietà verso chi soffre, che probabilmente, fuori, da libero, in preda a mille distrazioni, non avrei trovato il tempo, né colto l?occasione per metterla in pratica”. Il progetto ha cercato di sperimentare il mercato e, nel caso ci fosse qualche commessa da parte delle scuole, per esempio o delle biblioteche, nel carcere di Como è presente una cooperativa di lavoro la NOVA SPES di Milano, pronta a realizzare la riproduzione delle audiocassette.


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