Non profit

Community Partnership Day: la cravatta lascia il posto alla solidarietà

di Antonietta Nembri

Invece che in uffficio, davanti al proprio computer, 300 dipendenti di Novartis Italia hanno dedicato una giornata di lavoro alla solidarietà, impegnandosi a portare in prima persona un aiuto agli altri. L’occasione è il Community Partnership Day che il Gruppo Novartis promuove a livello internazionale e che ha visto, in 16 anni di attività, l’adesione di 25mila persone, per un totale di 200mila ore/lavoro destinate al volontariato. Un progetto ormai consolidato, che quest’anno ha preso spunto dal tema dell’Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni. «Un tema di grande impatto sociale, che investe anche la nostra responsabilità di azienda leader nella salute», spiega Philippe Barrois, Country President di Novartis in Italia. «È interesse dell’intera collettività favorire un “invecchiamento attivo” della popolazione, evitando che i problemi e le malattie della terza età si traducano in emarginazione per chi ne soffre. Come azienda, Novartis svolge un ruolo importante in questa direzione, mettendo a disposizione soluzioni terapeutiche innovative per patologie che riguardano prioritariamente gli anziani».
Otto quest’anno le organizzazioni non profit che, per un’intera giornata, hanno visto i dipendenti di Novartis Italia smettere giacca e cravatta (e tailleur d’ordinanza) e indossare la maglietta dei volontari: Auser, Fondazione Don Gnocchi, Aism, Lega del Filo d’Oro, Dynamo Camp, Il Giardino, Villaggio Sos di Saronno e ? per la prima volta ? l’Istituto dei Ciechi di Milano.
Tante realtà diverse, così come diverse e fantasiose sono state le attività previste nella giornata (che è stata organizzata con l’apporto di Vita Consulting): da piccoli interventi di manutenzione delle sedi delle associazioni ? a partire dalle opera di tinteggiatura ? al giardinaggio, dalla partecipazione a laboratori e attività quotidiane delle associazioni stesse fino a momenti di socializzazione con gli ospiti dei centri. Ogni non profit è riuscita a “personalizzare” al meglio la giornata, e a mettere a frutto bene la presenza e la disponibilità dei dipendenti Novartis.
All’Auser di Saronno, per esempio, gli “anziani attivi” hanno subito arruolato i volontari di Novartis coinvolgendoli nell’attività di ginnastica dolce, nei laboratori, ma anche nel dialogo e nella conversazione con i vecchietti soli. Al Centro Santa Maria al Monte della Fondazione Don Gnocchi a Malnate, invece, i volontari Novartis hanno partecipato alle diverse attività del centro geriatrico: alla tombolata, ai laboratori artistici fino al laboratorio-pasticceria. E, anche in questo caso, una delle attività svolte è stata tenere compagnia agli anziani ricoverati nei reparti.
Bella l’iniziativa che si è svolta presso l’asilo nido Il Giardino, nel quartiere Barona di Milano, che accoglie bambini provenienti da famiglie in difficoltà e vede in prima fila come volontari i “nonni di quartiere”. Durante il Community Day sono stati dipinti dei pannelli, è stata decorata la casetta di legno della ludoteca e sono stati realizzati dei laboratori. E se l’appuntamento dei volontari Novartis al Villaggio Sos di Saronno è ormai una consolidata abitudine, quest’anno per la prima volta sono state realizzate delle attività all’Istituto dei ciechi di Milano. Ad accogliere i volontari il vice presidente dell’Unione italiana dei ciechi di Milano, Franco Lisi, e il commissario straordinario dell’Istituto, Rodolfo Masto. Per una giornata i volontari hanno condiviso alcune attività dei non vedenti, visitando con loro il museo di scienze naturali di via Palestro.


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