Non profit

Community garden per i contadini di città

Una realtà sempre più diffusa, da Torino a Roma

di Redazione

«Cercasi orto in affitto. Si prega inviare una mail indicando luogo, prezzo e numero di telefono. Solo seriamente interessati». Capita sempre più spesso di trovare richieste di questo tipo sfogliando gli annunci immobiliari sui giornali alla voce “terreni”. Segno che la pratica dell’orto urbano è diventata più di una moda. È una realtà.
Se perfino Michelle Obama ha deciso di coltivare un “urban garden” nei giardini della Casa Bianca e il sindaco di Roma Alemanno ne promette uno addirittura in piazza del Campidoglio, non si contano in tutta Italia le iniziative per creare comunità di contadini urbani e dare la possibilità ai privati di prendersi cura di un piccolo appezzamento di terreno. Nati una ventina di anni fa, gli orti urbani (o sociali) sono frequentati soprattutto da anziani (il 60% dei coltivatori ha fra i 60 e i 70 anni, il 30% ne ha più di 70) che riassaporano tra zolle di terra e sementi i piaceri di una vita semplice.
Ma come fare per ottenere un orto da coltivare? L’aspirante coltivatore può seguire tre strade: rivolgersi all’amministrazione locale (comunale o di circoscrizione, che periodicamente indice bandi di concorso per affittare e gestire direttamente gli orti), a un ente (come Legambiente o Italia Nostra) o a cooperative agricole.
Dalle città come Torino (una delle prime a favorire e regolare il fenomeno fin dal 1986 nel quartiere Falchera), Treviso, Milano (sono 400 quelli comunali), Bologna, Bolzano (concessione fino a 9 anni e canone di 33 euro) ai comuni più piccoli come Rho (canone di 62 euro per 5 anni), Vedano al Lambro, Orbassano. L’iniziativa più recente è il «Parco degli orti urbani» inaugurato a Roma a fine luglio: 21 orti di 200 mq ciascuno in via della Consolata. Un progetto finanziato con 300mila euro dal dipartimento Tutela Ambientale con il XVI Municipio.
A San Giuliano Milanese, nel cuore del Parco Agricolo Sud, l’orto si può invece adottare. «Pagando una quota fissa di 400 euro l’anno, i nostri 50 iscritti possono raccogliere tutte le verdure e la frutta di cui hanno bisogno», spiega Irene di Carpegna, dell’azienda agricola “Terra e Acqua”. E chi ha la voglia ma non il tempo di coltivare direttamente un campo, può optare per l'”adozione a distanza” proposta da un’azienda agricola della campagna vercellese. I “coltivatori indiretti” possono progettare un orto ideale sul sito www.leverduredelmioorto.it personalizzandolo con gli ortaggi da coltivare. Previsto un servizio di consegna a domicilio per circa 200 kg di prodotti biologici a persona l’anno. Il costo? Per 60 mq di orticello si aggira sui 900 euro l’anno.

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