Salute

Commissione Aids la parola ad Agnoletto

"La lotta contro l'Aids e quella contro di me "

di Riccardo Bonacina

Quando l’autonomia della ricerca scientifica viene subordinata alla fedeltà politica verso l’esecutivo in carica, credo che un Paese debba preoccuparsi per la sua stabilità democratica. Lo affermo con il pudore e l’imbarazzo di chi è consapevole dei rischi che derivano dal trattare una vicenda che mi coinvolge personalmente. Lo dico in punta di piedi ma con profonda convinzione, la mia esclusione dalla Commissione Nazionale Aids non è un fatto privato ma riguarda tutti coloro che abbiano a cuore la libertà di pensiero e di ricerca scientifica, che sono una componente insostituibile della democrazia. Di qualunque sistema democratico, indipendentemente dalla valutazione sulle idee di chi scrive. Dal 1993 sono membro della Commissione Aids, nell’87 ho contribuito alla fondazione della Lila, dal ’92 ne sono stato presidente nazionale, oggi ne sono responsabile scientifico. Ho decine e decine di pubblicazioni scientifiche su riviste italiane ed internazionali, ho tenuto conferenze scientifiche in ogni parte del mondo: le ultime ricerche a cui ho partecipato, la centralità della prevenzione (in un momento dove l’illusione di essere riusciti a sconfiggere definitivamente il virus Hiv rischia di far abbassare la guardia) e l’importanza della compliance (ossia dell’adesione terapeutica ai complessi trattamenti anti-Aids) sono oggi temi fondamentali nella lotta all’Hiv. Non esiste quindi un motivo scientifico che giustifichi la decisione del ministro. Il virus dell’Aids in tutti questi anni non ha guardato in faccia nessuno, ha colpito neri e bianchi, donne, uomini e bambini, ricchi e poveri di tutti i continenti, eppure c’è ancora qualcuno, e per di più un medico nel caso dell’attuale ministro della Sanità, che subordina alla fedeltà politica la valorizzazione delle risorse nella lotta contro il virus. Qualcuno mi suggerisce che forse non è il caso di meravigliarsi, infatti sono proprio delle scelte politiche che condannano a morte, nell’emisfero sud, milioni di persone per tutelare il potere delle multinazionali del farmaco. Quelle stesse politiche che ho denunciato nel mio libro “La società dell’Aids”, che certo ha urtato le potenti lobby farmaceutiche e sanitarie. Chiederò al mondo scientifico, all’International Aids Society di pronunciarsi sulla subalternità dei ruoli scientifici all’arroganza del potere. Non vi è dubbio infatti che la mia esclusione è collegata direttamente al ruolo da me svolto come portavoce del Genoa social forum: è una vendetta di chi, mentre vuole far sfoggio della propria forza, mostra in tutta evidenza la propria debolezza. La debolezza di chi non è in grado di accettare il confronto sulla nostra critica a questa globalizzazione e allora pensa di poter intimorire il proprio interlocutore. Da parte mia posso solo assicurare che continuerò con la stessa energia di sempre a condurre il mio lavoro contro l’Aids e a proseguire il mio impegno nel Gsf contro le ingiustizie di questo modello di sviluppo. Qui non è in gioco il mio personale destino ma, credo, il modello di democrazia di questo Paese. Molti dovrebbero cominciare a preoccuparsi, e prendere la parola. di Vittorio Agnoletto


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