Economia

Commissariamento, ma le Coopsociali non c’entrano niente

La paradossale vicenda che ha investito il Consorzio Terre del Sole. Il presidente Quattrone: «Accuse offensive e disonorevoli»

di Redazione

Il Consorzio “Terre del sole” vorrebbe stracciare quelle dieci pagine dedicategli dalla Commissione di Accesso riguardanti il caso del Comune di Reggio Calabria, sciolto perchè infiltrato dalla mafia.  
Nella relazione infatti si parla di presunti rapporti tra il Consorzio e l’Ente comunale, nonchè alle Cooperative che compongono il medesimo consorzio ed alla loro compagine sociale. Secondo il documento Terre del sole avrebbe anche ricevuto dal Comune 135 mila euro per la gestione di un parco, Ecolandia.

A conclusione della disamina la Commissione riporta un parere espresso dal Comando dei Carabinieri di Reggio Calabria che recita: «quanto sopra emerso, in relazione ad alcune cooperative consorziate nelle quali risultano far parte in qualità di soci soggetti gravati da vicende penali per gravi reati nonché ritenuti contigui ad organizzazioni criminali, fa ritenere che il consorzio “Terre del sole” possa subire le ingerenze delle cosche di ‘ndrangheta” presenti nei territori della provincia reggina e pertanto subire condizionamenti nelle scelte e negli indirizzi».

«Un giudizio tanto offensivo quanto disonorevole», commenta Nuccio Quattrone, presidente del Consorzio, «perché fondato su valutazioni che ignorano la ratio e le finalità della legge 381/91 che ha istituito e regolato le cooperative sociali di tipo A e B».

«Quella legge che disciplina le cooperative sociali», spiega Quattrone, «e che all'art.1 comma 1, divide le attività svolte dalle cooperative in due tipologie: a) servizi sociali, servizi di natura assistenziale e servizi sanitari ed educativi; b) svolgimento di attività diverse – agricole, industriali, commerciali o di servizi – finalizzate all'inserimento lavorativo di persone svantaggiate. Nel caso delle cooperative di tipo “B” la Compagine Sociale prevede che almeno il 30% dei loro lavoratori (soci o non) deve essere costituito da persone svantaggiate. Dove per persone svantaggiate si intende “gli invalidi fisici, psichici e sensoriali, gli ex degenti di istituti psichiatrici, i soggetti in trattamento psichiatrico, i tossicodipendenti, gli alcolisti, i minori in età lavorativa in situazioni di difficoltà familiare, i condannati ammessi alle misure alternative alla detenzione». Un chiarimento tecnico che da Terre del sole tengono a specificare perchè serve ad allontanare i sospetti di “contiguità” rilevati nella Relazione, proprio perché previsti dalla tipologia di Cooperativa formata.

Il Consorzio si compone di «14 Cooperative socie, di cui 1 a Catanzaro, mentre», sottolinea il presidente, «nella relazione ne vengono citate 11, perché datata». Un punto fondamentale questo per il Consorzio, che ci tiene a sottolineare come nel tempo molti di quei soci, e non, citati nella relazione abbiano abbandonato le compagini cooperative.

Ci sono due errori di fatto nel lavoro della commissione, il primo relativo a quanto si legge nella Relazione sull’affidamento al Consorzio della gestione del Parco di Ecolandia; il secondo relativo ad errori ed omissioni nella ricostruzione della posizione di alcuni soci. «Il Comune di Reggio Calabria», spiega il presidente, «non ha affidato la gestione di Ecolandia al Consorzio Terre del sole, perché essa è affidata ad una Associazione temporanea d’impresa della quale il Consorzio è solo uno dei componenti (gli altri membri sono il Consorzio Acquario di Reggio Calabria, il Consorzio Kalon Brion di Reggio Calabria e il Consorzio Mare Sol di Messina). In concreto la gestione del Parco è affidata alla società consortile “Ecolandia scarl”».
In secondo luogo «il Comune di Reggio Calabria non ha riconosciuto alcuna somma al Consorzio Terre del sole o alla citata Ati. Basta scorrere la determina per accorgersi che è il contrario: è la ati (quindi la Ecolandia scarl) che versa all’ente la somma di 135 mila euro a titolo di canone per la concessione della gestione del Parco”. Una inversione della realtà che spinge Quattrone a chiedere alla prefettura una presa d’atto netta e anche veloce, perchè «la vicenda Ecolandia è stata completamente ribaltata».


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