Cultura

Commercio equo, il troppo stroppia?

Altromercato. è vero boom in Europa / La crescita è del 20% annuo. Ma i “falsi” creano allarme. E a Parigi si corre ai ripari con un decreto

di Joshua Massarenti

In Europa, il commercio equo scoppia di salute. Le vendite di prodotti alimentari e artigianali stampati ?equosolidali? aumentano ogni anno del 20%. Nel 2005, in quasi 80mila negozi specializzati, il giro di affari è stato superiore ai 660 milioni di euro, contro i 260 milioni nel 2000. Altra buona notizia: i prezzi non spaventano più. Se prima lo scarto con i prodotti ?normali? era del 30%, oggi è inferiore all?8%, l?equivalente di 15 centesimi per un prezzo medio di due euro. Max Havelaar, agente certificatore presente in Francia dal 1992, ha realizzato lo scorso anno un fatturato di 120 milioni di euro. Il boom di consumi non poteva non attirare gli appetiti sia dei grandi produttori che dei grossi distributori alimentari. Negli ultimi mesi Altria, Nestlè, Sara Lee e Procter & Gamble, ovvero i quattro giganti del caffè, hanno lanciato prodotti etichettati ?equo? e/o ?solidali?. Kraft Foods, filiale di Altria, ha ampliato la gamma della marca ?Jacques Vabre?, scommettendo dal settembre 2005 su ?Un caffè per agire?. Sempre in Francia, il leader della distribuzione europea Carrefour ha annunciato per il prossimo settembre il lancio di prodotti battezzati ?Carrefour Agir Solidaire?. Tanta scelta rischia tuttavia di alimentare lo scetticismo tra i consumatori. A questa logica non sfugge nemmeno il mercato francese. «L?equità sta per diventare un valore commerciale», spiega Victor Ferriera di Max Havelaar France, «il che segna un progresso enorme. Ma il rischio di marchi fasulli e di pratiche commerciali irregolari sono elevati». Di fatto, se Alter Eco (marchio di prodotti alimentari venduti negli ipermercati) sviluppa e gestisce le sue filiali, molti giovani operatori si avventurano sul mercato equo senza aver mai visto i loro fornitori. Per prevenire i rischi, il ministro del commercio Renaud Dutreil ha presentato il 3 maggio scorso un decreto legge che prevede la creazione di una commissione nazionale ad hoc incaricata di riconoscere «gli attori che garantiscono il rispetto delle condizioni del commercio equosolidale».


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