Non profit

Commercio equo Contro gli schiavi del giocattolo

Campagna per mettere la Chicco Artesana di fronte alla tragedia avvenuta nel 1993

di Redazione

Alle due del pomeriggio del 19 novembre 1993, in una fabbrica di giocattoli di Kuiyong, cittadina cinese vicino a Hong Kong, scoppiò un gravissimo incendio che provocò la morte di 87 giovani operaie e ridusse in condizioni di grave invalidità altre decine di lavoratrici. Le ragazze, tutte di età compresa tra i 15 e i 20 anni, stavano producendo giocattoli per la Chicco Artsana, la grande azienda italiana leader nel settore dell?infanzia. A tutt?oggi, la Chicco Artsana non ha riconosciuto alcun indennizzo né alle famiglie delle vittime né ai superstiti della tragedia: l?azienda ha motivato il rifiuto dicendo che non si ritiene responsabile di quanto accaduto. Ora, dall?Italia, il Centro nuovo modello di sviluppo di Pisa ha promosso la campagna ?Giochi leali? per mettere la Chicco Artsana di fronte alle proprie responsabilità, aggravate dal fatto che nella piccola azienda non fossero applicate le norme di sicurezza pur previste dalla legge cinese. La campagna mira anche a indurre tutte le imprese di giocattoli del mondo ad adottare un codice di condotta che le impegni a non sfruttare la manodopera locale – spesso costretta a lavorare in condizioni di semischiavitù – e quindi a rifornirsi solo da produttori locali che rispettino i fondamentali diritti del lavoratori. Per aderire è necessario contattare il Centro nuovo modello di sviluppo e richiedere le apposite cartoline prestampate da inviare ad Artsana, Assogiocattoli e sindacati di categoria. L?indirizzo del Centro è via della Barra 32, 56019 Vecchiano (Pisa), telefono 050/826354, fax 050/827165.


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