Cultura

Comitato Italiano per l’UNICEF

di Redazione

L?UNICEF Italia I 37 Comitati nazionali per l?UNICEF presenti nei paesi industrializzati contribuiscono al bilancio dell?UNICEF attuando campagne nazionali e iniziative locali di raccolta fondi, promuovono programmi di educazione allo sviluppo e alla interculturalità indirizzati ai giovani del proprio paese, diffondono informazione e documentazione sulle attività di cooperazione allo sviluppo realizzate dall?UNICEF in tutto il mondo. I Comitati nazionali sono, in un senso lato, le ?ambasciate? dell?UNICEF nei paesi donatori. Il Comitato Italiano per l?UNICEF / UNICEF Italia è attivo sin dal 1974, ed è una delle organizzazioni non governative più consolidate e riconosciute del nostro paese. Si avvale di una rete di 104 Comitati provinciali e regionali, composti da volontari e distribuiti sull?intero territorio nazionale. Il Comitato Italiano per l?UNICEF ha statuto di Organizzazione non governativa (ONG) e ragione sociale di Organizzazione non lucrativa di utilità sociale (Onlus). Le attività dell?UNICEF in Italia L?azione di sensibilizzazione presso le istituzioni, l?opinione pubblica e la società civile in generale è uno dei compiti più importanti che i Comitati nazionali svolgono nei rispettivi paesi affinché l?UNICEF possa operare con efficacia in favore dell?infanzia nel mondo. L?impegno di advocacy (termine inglese che riassume i concetti di patrocinio e di promozione di una causa di elevato valore sociale) accompagna e rafforza lo sforzo dei Comitati nazionali per favorire l?afflusso di risorse finanziarie verso i programmi e i progetti dell?UNICEF. L?UNICEF Italia conduce un?azione di advocacy per l?infanzia a più livelli e in diversi settori della società. Tutte le attività dell?UNICEF, dalle iniziative culturali nelle università agli eventi sportivi di solidarietà, hanno il comune obiettivo di: richiamare l?attenzione dell?opinione pubblica e del Governo sui bisogni dell?infanzia e delle donne di tutto il mondo e sugli interventi che possono essere svolti tramite l?UNICEF e le istituzioni delle Nazioni Unite; mobilitare l?interesse del pubblico e suscitare l?attiva partecipazione allo sforzo per risolvere i problemi della protezione dell?infanzia e della preparazione alla vita; sollecitare offerte, donazioni e lasciti per conto del Fondo delle Nazioni Unite per l?Infanzia. Il Bilancio sociale Dal 2002 l?UNICEF Italia ha avviato la redazione e pubblicazione del Bilancio sociale, ?uno strumento che contiene il profilo più aggiornato ed attendibile di un?organizzazione che da quasi 30 anni opera nel nostro paese nel promuovere la conoscenza dei diritti e dei problemi dell?infanzia nel mondo ? nelle parole del Presidente dell?UNICEF Italia Giovanni Micali – Con questo Bilancio Sociale (?Sustainability Report?) intendiamo compiere un ulteriore avanzamento nella nostra missione, rendendo ancora più solido e trasparente il dialogo con tutti coloro che osservano, condividono, sostengono e sosterranno in futuro la nostra azione a difesa dei bambini in Italia e nel resto del mondo?. Alcuni dati dal Bilancio sociale 2002 dell?UNICEF Italia: -Obiettivi economici: a fronte di una congiuntura economica certamente non favorevole, la raccolta fondi del 2002 ha superato i 47 milioni di euro e ha consentito il trasferimento di oltre 36 milioni di euro ai programmi internazionali dell?UNICEF, con un ampio contenimento dei costi gestionali; inoltre, quasi 1 milione di euro è stato destinato ad attività di promozione dei diritti dei bambini in Italia. I donatori che nel 2002 hanno contribuito in prima persona a migliorare la vita dei bambini di tutto il mondo sono stati oltre 314.000, di cui circa il 93% rappresentato da privati e il 7% da aziende. -Impegno per l?infanzia e l?adolescenza in Italia: ogni anno l?UNICEF Italia promuove e porta avanti numerose iniziative e progetti finalizzati al coinvolgimento e alla mobilitazione della società civile nel suo complesso sulle tematiche dell?infanzia e dell?adolescenza. Le iniziative hanno coinvolto, solo nel 2002, oltre 3.000 scuole, 4.000 studenti universitari e 350 docenti, 500 Sindaci ?difensori dei bambini?, diverse Aziende ospedaliere (7 ospedali sono diventati in Italia ?Amici dei bambini?), ma anche le istituzioni, la Polizia di Stato, il mondo dello sport, dell?associazionismo, della comunicazione. -Risorse umane: nella struttura operano complessivamente 63 dipendenti e 53 collaboratori. L?UNICEF Italia si caratterizza per un forte decentramento geografico che ne garantisce la presenza su tutto il territorio nazionale attraverso 20 Comitati regionali, 99 Comitati Provinciale e 42 Punti di incontro (sedi aperte al pubblico in cui è possibile trovare i prodotti dell?UNICEF, ma anche assistere ad iniziative): in tutta Italia oltre 2.000 volontari (per il 77% donne) quotidianamente offrono il loro tempo ed impegno a favore dell?UNICEF, per un valore del tempo gratuito messo a disposizione quantificabile in 2.5 milioni di euro. Per maggiori informazioni, contattare: Ufficio Stampa UNICEF Italia: tel.: 06/47809233-287-234 e 335/333077; email: press@unicef.it. Il Bilancio Sociale 2002 è disponibile anche sul sito www.unicef.it Cosa è l?UNICEF L?UNICEF (Fondo delle Nazioni Unite per l?Infanzia) è l?agenzia dell?ONU specializzata nella tutela e nella promozione dei diritti e delle condizioni di vita dei bambini nel mondo. Fondato nel 1946 per assistere in maniera temporanea le giovani generazioni dell?Europa nell?immediato dopoguerra (l?Italia è stata fra i maggiori beneficiari della sua attività iniziale), dal 1953 l?UNICEF ha ricevuto dall?Assemblea Generale dell?ONU un incarico senza limiti di tempo ed ha progressivamente concentrato la propria azione nei Paesi in via di sviluppo (PVS) di Africa, Asia, America Latina. Attualmente, l?UNICEF opera tramite propri uffici in 158 Stati e territori nel mondo in via di sviluppo, e con 37 Comitati nazionali in altrettanti paesi industrializzati. Nel corso degli ultimi decenni l?UNICEF ha esteso la propria azione dagli ambiti tradizionali (assistenza sanitaria e alimentare, vaccinazione, alfabetizzazione) alla tutela della salute materna, all?approvvigionamento di servizi sociali di base per le famiglie, alla conoscenza e alla promozione universale dei diritti sanciti dalla Convenzione sui diritti dell?infanzia. L?UNICEF è l?organizzazione di riferimento per i problemi riguardanti l?infanzia nel corso di tutte le emergenze umanitarie causate dalla guerra o da calamità naturali in ogni angolo del globo. Nel 1965 l?UNICEF ha ricevuto il Premio Nobel per la pace. Nel 2001 l?UNICEF ha lanciato il Global Movement for Children (Movimento mondiale per l?infanzia), una iniziativa di respiro davvero globale che ha per obiettivo il coinvolgimento di tutte le componenti della società civile in azioni a tutela dei diritti dei bambini e degli adolescenti. Le principali sfide che il Global Movement si propone di affrontare sono quelle che oggi incombono più minacciose sulla vita dei bambini: i conflitti, le diseguaglianze, la povertà, l?HIV/AIDS. Come opera l?UNICEF: i progetti di sviluppo Il nuovo mandato elaborato dall?ONU (1996) affida all?UNICEF la ?tutela dei diritti dei bambini, dei ragazzi e degli adolescenti? e il contributo ?al soddisfacimento dei loro bisogni di base? in tutto il pianeta, ?specialmente nei paesi in via di sviluppo?, con massima priorità per i bambini più svantaggiati: ?portatori di handicap, vittime della guerra, dei disastri, della miseria estrema e di tutte le forme di violenza e sfruttamento?. Nello svolgimento della sua azione l?UNICEF segue i dettami della Convenzione sui diritti dell?infanzia, approvata dall?Assemblea generale dell?ONU nel 1989 e successivamente ratificata da 191 Stati del mondo. La Convenzione è in assoluto il trattato maggiormente ratificato nella storia, e contiene importanti ed avanzate indicazioni per garantire adeguata tutela giuridica e sociale a tutti gli esseri umani di età compresa fra 0 e 18 anni, senza alcuna discriminazione basata sul sesso, sull?estrazione sociale o sull?appartenenza etnica o religiosa. L?UNICEF persegue queste finalità realizzando programmi e progetti di assistenza e sviluppo per l?infanzia. Tutti i progetti sono concordati con le autorità nazionali e regionali del Paese beneficiario e vengono condotti nel rispetto delle culture locali.. I programmi e i progetti sostenuti dall?UNICEF sono caratterizzati dall?approccio partecipativo, che prevede un ampio coinvolgimento delle comunità locali. Un ruolo di primaria importanza nell?elaborazione e nella realizzazione dei progetti è attribuito ai partner: istituzioni locali, associazioni di volontariato, organizzazioni non governative nazionali e internazionali. Quando non gestisce direttamente l?esecuzione del progetto, l?UNICEF svolge un ruolo di coordinamento e di assistenza tecnica, finanziaria e logistica, oltre ad assicurare la formazione e l?aggiornamento degli operatori locali (insegnanti, medici, infermieri, nutrizionisti, ecc.) a diretto contatto con l?infanzia. L?UNICEF ha da tempo adottato la scelta di privilegiare progetti che beneficiano il maggior numero possibile di soggetti, con particolare attenzione a quelli meno favoriti (bambine e ragazze, famiglie monoparentali, bambini appartenenti a minoranze etniche, rifugiati), tramite la soddisfazione dei bisogni di base: abitazione, scolarità, accesso all?acqua potabile e ai servizi igienici e sanitari. Ad esempio, viene attribuita priorità alla creazione di centri sanitari di villaggio e di quartiere anziché all?edificazione di grandi ospedali con macchinari di importazione e di difficile manutenzione. Inoltre, è favorito l?uso di tecnologie locali, a basso costo e a minore impatto sull?ambiente. Tutte queste caratteristiche possono essere riassunte nella denominazione di sviluppo umano sostenibile, che si differenzia nettamente dal tradizionale approccio della cooperazione Nord-Sud, attento esclusivamente agli indicatori della crescita economica. ? L?UNICEF nelle emergenze umanitarie Quando un conflitto armato o un disastro naturale colpiscono un paese in via di sviluppo, l?UNICEF è in prima linea per portare soccorso alla popolazione civile. Di fronte a un evento che sconvolge l?esistenza di una collettività, i bambini sono senza dubbio i soggetti più vulnerabili: sin dai primi giorni di un?emergenza l?incidenza delle malattie e dello stress psicologico possono arrecare danni gravissimi o permanenti a migliaia di bambini, soprattutto quando le fragili strutture socio-sanitarie di un paese povero entrano in collasso. Grazie alla sua pluridecennale esperienza sul campo e al suo radicamento sul territorio, l?UNICEF è in grado di intervenire tempestivamente ovunque si manifesti un?emergenza umanitaria. Dall?immenso magazzino della UNICEF Supply Division, sito a Copenaghen (Danimarca), enormi quantitativi di beni di primo soccorso – tende, coperte, medicine, alimenti per la prima infanzia – possono essere mobilizzati e recapitati in qualunque angolo del pianeta in tempi estremamente rapidi, mentre numerosi esperti internazionali specializzati nel coordinamento delle operazioni di soccorso sono pronti a spostarsi in tempi brevissimi sui luoghi in cui la loro presenza si renda necessaria. L?UNICEF è protagonista anche nella seconda fase dell?emergenza, che si protrae di norma per alcuni mesi dopo gli interventi di primo soccorso. Questa fase è caratterizzata dall?assistenza sanitaria e psico-sociale di tutta la popolazione infantile a rischio, dalla predisposizione di impianti idrici e igienici provvisori atti a servire migliaia di persone nei campi profughi, dalla cura della ripresa della scolarizzazione con metodi e strumenti specificamente ideati per le situazioni di emergenza. Fra i numerosi compiti dell?UNICEF in situazioni di crisi umanitaria vi sono il coordinamento delle attività di censimento e ricongiungimento familiare dei bambini rimasti soli, la predisposizione nei campi profughi di spazi a misura di bambino atti a favorire la socializzazione e la prima fase della terapia psicologica dei minori traumatizzati, e l?importantissima negoziazione con le parti in lotta di corridoi di pace e tregue per l?infanzia al fine di consentire rapide e intense campagne di vaccinazione e di soccorso alimentare nelle zone coinvolte da un conflitto armato. Nella terza fase dell?emergenza, l?UNICEF riceve di norma l?incarico di contribuire al risanamento e alla ricostruzione dei centri sanitari e delle scuole. Un impegno del tutto peculiare è quello delle attività di sensibilizzazione e prevenzione dai pericoli delle mine e degli ordigni inesplosi, che mietono le proprie vittime principalmente fra i bambini


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