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Voci dai Villaggi Sos di Damasco e del Libano

Il racconto di Mohammed, da ragazzo acolto nel programma Sos di Aleppo a giovane volontario nel Villaggio Sos di Damasco. Le parole della presidentessa di Sos Villaggi dei Bambini Libano sui programmi d'aiuto ai piccoli profughi

di Redazione

L'emergenza in Siria continua, sono ormai 4 milioni gli sfollati, di loro quasi la metà sono bambini. Sos Villaggi dei Bambini è una delle poche ong internazionali attive da decenni in Siria. Negli ultimi mesi è riuscita a servire un totale di 60mila pasti alle famiglie sfollate di Damasco e Aleppo e si è mossa per permettere a 6.000 bambini di tornare a scuola. L'associazione ha consegnato kit scolastici a 16mila bambini, contribuendo anche alla loro registrazione a scuola. Ha donato kit igienici a 2.000 famiglie nella zona rurale di Damasco e nella città di Raqqa, ora sotto assedio, e consegnato latte per neonati, vestiti e giocattoli a 8.000 bambini. Molte scuole sono state distrutte o utilizzate come case dagli oltre 4 milioni di sfollati e i bambini frequentano le lezioni a turno. Spesso, a causa dello spazio limitato, molti devono frequentare la scuola di notte. In collaborazione con la Syria Trust for Development, il team Sos si sta muovendo anche per pagare le tasse scolastiche e fornire libri e materiale a coloro che sono stati privati  del diritto all'istruzione per due anni.

Dalla Siria arriva la voce di un giovanissimo volontario. Mohammed ha 17 anni ed è rimasto orfano di entrambi i genitori quando aveva solo 1 anno e mezzo di vita. Ha vissuto nel Villaggio Sos di Aleppo fino a quando, più di un anno fa, ha lasciato la città a causa dei bombardamenti e si è trasferito al Villaggio Sos di Damasco.
Attualmente frequenta la scuola superiore e, allo stesso tempo, svolge la sua opera di volontariato nel Programma di emergenza avviato da Sos Villaggi dei Bambini in Siria. «Quando ho saputo che Sos Villaggi dei Bambini aveva avviato un Programma di emergenza, ero molto contento e ho pensato subito di entrarne a far parte perché sentivo che avrei potuto fare qualcosa, che avrei potuto essere utile. Ho visto tante, troppe persone – bambini, giovani e anziani – in situazioni terribili. Mi sentivo molto triste vedendo tutti quei bambini vivere in stanze piccolissime insieme a tantissime persone. Quando ho consegnato loro lo zaino con il materiale per la scuola e loro mi hanno sorriso, ho avuto la conferma di quanto sia importante aiutare. Chiunque può farlo!» dice Mohammed.

Mohammed racconta come vive questi anni di scontri, bombardamenti e tragedie. «Forse è difficile da credere, ma io non vivo questi giorni con paura. So che un giorno morirò, la morte è un dato di fatto che non posso cambiare. Per questo non vivo nel terrore, ma considero ogni giorno un nuovo giorno e nutro un sacco di speranze per il mio futuro. Voglio passare l’anno scolastico, per poi studiare legge e raggiungere il mio grande sogno: diventare un importante ufficiale dell'esercito» racconta il ragazzo.

Sono moltissimi i siriani che sono fuggiti all’estero per cercare una salvezza. Una delle mete dei progughi siriani è il Libano. Qui Arsanios Afifa Dirani, presidentessa di Sos Villaggi dei Bambini Libano, commenta la situazione siriana e l’intervento dell’associazione in Libano per sostenere la popolazione sfollata e garantire a bambini e ragazzi l’istruzione. «La causa dell’istruzione è una priorità assoluta. La scuola rappresenta la garanzia che il diritto dei bambini allo studio venga tutelato e garantito. Forse il diritto più importante subito dopo quello di vivere in pace e sicurezza. Questi bambini hanno perso tutti i loro diritti fondamentali. Sono stati sradicati dal loro paese, sono costretti a vivere in un ambiente estraneo. Le loro immagini mostrano sguardi fissi nel vuoto. I loro occhi pongono domande sul loro presente, sul loro futuro e sulla loro stessa esistenza» racconta Arsanios Afifa Dirani.

«Sono sicura che avete visto le foto dai campi di rifugiati. Giovani ragazze e ragazzi che vagano senza meta per misere tende, senza sapere dove andare o cosa fare. Senza sapere se e quando avranno il loro prossimo pasto. Si può vedere il dolore nei loro occhi. Le condizioni in cui vivono sono peggiori di quelle solitamente riservate alle bestie. Molte, troppe persone vivono in spazi ristretti, dove non hanno nemmeno accesso all’acqua pulita. E ora sta arrivando anche l'inverno!» commenta Arsanios Afifa Dirani. «Abbiamo esperienza nell’ambito di servizi e programmi legati allo stress post traumatico causato dalla guerra. Sos Villaggi dei Bambini Libano ha gestito il programma di emergenza quando nel 2006 è scoppiato il conflitto libanese e disponiamo di specialisti che lavorano con e per i bambini con l’obiettivo di farli imparare attraverso il gioco e di distrarli dall’orrore che li circonda ogni giorno. Se siamo in grado di creare anche un solo spazio o momenti positivi per questi bambini, possiamo dire di aver fatto qualcosa per alleviare lo stress e il peso di un presente carico di oscurità. I bambini hanno bisogno di una routine quotidiana, qualcosa che riempia la loro giornata, la loro vita» continua Dirani. «È meraviglioso lavorare con loro, sono incredibili! I bambini hanno la straordinaria capacità di apprendere e migliorare con una velocità sorprendente. Hanno risorse infinite: con un piccolo aiuto puoi cambiare la loro giornata. Giocano con quello che trovano: piccole rocce, qualsiasi cosa. Naturalmente lo stato d'animo dei genitori li influenza. Se i genitori sono traumatizzati e depressi, passeranno lo stesso stato d’animo ai loro bambini. Per questo il lavoro non deve essere solo sui figli ma anche sui genitori, sulle intere famiglie» conclude Arsanios Afifa Dirani.  
 

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