Comitato editoriale Mpvi

Violenza contro le donne, l’occasione perduta della direttiva europea

Sul testo - approvato senza voto - lo scorso 10 luglio dal Parlamento europeo interviene Marina Casini, presidente del Movimento per la Vita italiano e di One of Us che «si schiera a fianco di tutte le donne di tutte le nazioni, fin da quando sono bambine nel grembo materno, e contro ogni violenza sulle donne» e sottolinea anche «l'importanza di liberare le donne dai vincoli e dalle pressioni che le portano a scegliere l'aborto»

di Redazione

Il 10 luglio scorso il Parlamento Europeo, riunito in plenaria, ha approvato, senza voto, la Direttiva per combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica, ma secondo il Mpv “perdendo l’occasione di difendere tutte le donne da ogni violenza“. Il testo votato – sottolinea una nota del Movimento per la Vita italiano – è sensibilmente diverso da quello approvato dal Consiglio Europeo solo il 16 giugno scorso, frutto di un lungo lavoro, partito l’8 marzo 2022, del Parlamento europeo, e di altre istituzioni europee. Il 28 giugno scorso, il testo, dopo essere passato alla Commissioni Femm (Commissione per i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere) e Libe (Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni), sottolineano al Mpv «ha stravolto il senso e il contenuto della Direttiva. Il voto nelle commissioni Femm e Libe, la mancanza di trasparenza (i documenti sono stati resi pubblici solo all’ultimo momento prima del voto), il dibattito pubblico affrettato e compromesso, hanno portato forse all’approvazione forse poco consapevole nella plenaria del 10 luglio nel Parlamento Europeo (la discussione non era nell’ordine del giorno!)».

Dopo l’approvazione senza voto della Direttiva, il testo andrà direttamente alle cosiddette “negoziazioni inter istituzionali”, cioè tra Parlamento, Commissione e Consiglio Europeo. «Una procedura ideologica e non trasparente», l’ha definita la Federazione One of Us, secondo cui «Questo modo di lavorare del Pe è in realtà un tentativo camuffato di legiferare su un settore totalmente al di fuori delle competenze dell’Ue».

C’è da sperare – continua la nota – che dal confronto delle tre istituzioni Ue riemerga un testo equilibrato, democratico, non ideologico e che difenda le donne dalla violenza. Secondo la Direttiva è violenza “prevenire o il tentativo di prevenire l’interruzione volontaria di gravidanza”, nonostante le donne subiscano spesso pressioni per “scegliere” di rinunciare al proprio figlio, abortendolo. Le donne che sono costrette a “scegliere” di abortire perché sono sole, perché lo vuole il partner, il datore di lavoro, la famiglia, gli amici, lo stato, la società, perché non hanno denaro, rischiano – si sottolinea – di non poter trovare accoglienza e aiuto da tutte quelle realtà che si mettono a disposizione per poter dare un’alternativa concreta a rinunciare al proprio figlio/a, attraverso l’aborto.

Marina Casini, presidente di One of Us e del Mpv italiano, è impegnata nella lotta contro ogni forma di violenza contro le donne. Tuttavia, sottolinea la necessità di «non utilizzare questa direttiva come mezzo per promuovere agende ideologiche che non riflettono il consenso generale all’interno della società europea, in particolare per quanto riguarda l’interruzione dei figli non ancora nati». Casini sottolinea anche «l’importanza di liberare le donne dai vincoli e dalle pressioni che le portano a scegliere l’aborto. Secondo molte donne che lo hanno sperimentato l’aborto è una sconfitta per la donna stessa». La presidente di One of Us e del MpV Italiano chiede, infine, un’attenta analisi della direttiva per garantire che rimanga fedele al suo obiettivo iniziale e rispetti i valori democratici su cui si basa l’Unione europea.

La nota riporta inoltre che secondo la Federazione One of Us “questo articolato introduce pericolose discriminazioni nei confronti delle donne, dei bambini concepiti, di tutte quelle associazioni per la vita che aiutano le donne”.
One of Us, ricordando che il numero di assistenza telefonica dell’Ue per le donne vittime di violenza è 116 016, ribadisce che le donne hanno il diritto di vivere libere dalla violenza, compresa quella dell’aborto procurato.

In apertura photo by Guillaume Périgois on Unsplash


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Violenza contro le donne, l’occasione perduta della direttiva europea

Sul testo - approvato senza voto - lo scorso 10 luglio dal Parlamento europeo interviene Marina Casini, presidente del Movimento per la Vita italiano e di One of Us che «si schiera a fianco di tutte le donne di tutte le nazioni, fin da quando sono bambine nel grembo materno, e contro ogni violenza sulle donne» e sottolinea anche «l'importanza di liberare le donne dai vincoli e dalle pressioni che le portano a scegliere l'aborto»

di Redazione

Il 10 luglio scorso il Parlamento Europeo, riunito in plenaria, ha approvato, senza voto, la Direttiva per combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica, ma secondo il Mpv “perdendo l’occasione di difendere tutte le donne da ogni violenza“. Il testo votato – sottolinea una nota del Movimento per la Vita italiano – è sensibilmente diverso da quello approvato dal Consiglio Europeo solo il 16 giugno scorso, frutto di un lungo lavoro, partito l’8 marzo 2022, del Parlamento europeo, e di altre istituzioni europee. Il 28 giugno scorso, il testo, dopo essere passato alla Commissioni Femm (Commissione per i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere) e Libe (Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni), sottolineano al Mpv «ha stravolto il senso e il contenuto della Direttiva. Il voto nelle commissioni Femm e Libe, la mancanza di trasparenza (i documenti sono stati resi pubblici solo all’ultimo momento prima del voto), il dibattito pubblico affrettato e compromesso, hanno portato forse all’approvazione forse poco consapevole nella plenaria del 10 luglio nel Parlamento Europeo (la discussione non era nell’ordine del giorno!)».

Dopo l’approvazione senza voto della Direttiva, il testo andrà direttamente alle cosiddette “negoziazioni inter istituzionali”, cioè tra Parlamento, Commissione e Consiglio Europeo. «Una procedura ideologica e non trasparente», l’ha definita la Federazione One of Us, secondo cui «Questo modo di lavorare del Pe è in realtà un tentativo camuffato di legiferare su un settore totalmente al di fuori delle competenze dell’Ue»

C’è da sperare – continua la nota – che dal confronto delle tre istituzioni Ue riemerga un testo equilibrato, democratico, non ideologico e che difenda le donne dalla violenza. Secondo la Direttiva è violenza “prevenire o il tentativo di prevenire l’interruzione volontaria di gravidanza”, nonostante le donne subiscano spesso pressioni per “scegliere” di rinunciare al proprio figlio, abortendolo. Le donne che sono costrette a “scegliere” di abortire perché sono sole, perché lo vuole il partner, il datore di lavoro, la famiglia, gli amici, lo stato, la società, perché non hanno denaro, rischiano – si sottolinea – di non poter trovare accoglienza e aiuto da tutte quelle realtà che si mettono a disposizione per poter dare un’alternativa concreta a rinunciare al proprio figlio/a, attraverso l’aborto.

Marina Casini, presidente di One of Us e del Mpv italiano, è impegnata nella lotta contro ogni forma di violenza contro le donne. Tuttavia, sottolinea la necessità di «non utilizzare questa direttiva come mezzo per promuovere agende ideologiche che non riflettono il consenso generale all’interno della società europea, in particolare per quanto riguarda l’interruzione dei figli non ancora nati». Casini sottolinea anche «l’importanza di liberare le donne dai vincoli e dalle pressioni che le portano a scegliere l’aborto. Secondo molte donne che lo hanno sperimentato l’aborto è una sconfitta per la donna stessa». La presidente di One of Us e del MpV Italiano chiede, infine, un’attenta analisi della direttiva per garantire che rimanga fedele al suo obiettivo iniziale e rispetti i valori democratici su cui si basa l’Unione europea.

La nota riporta inoltre che secondo la Federazione One of Us “questo articolato introduce pericolose discriminazioni nei confronti delle donne, dei bambini concepiti, di tutte quelle associazioni per la vita che aiutano le donne”.
One of Us, ricordando che il numero di assistenza telefonica dell’Ue per le donne vittime di violenza è 116 016, ribadisce che le donne hanno il diritto di vivere libere dalla violenza, compresa quella dell’aborto procurato.

In apertura photo by Guillaume Périgois on Unsplash

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