Comitato editoriale Missioni don Bosco
Viaggio a Lagos e a Ibadan fra i ragazzi di strada
Il presidente di Missioni Don Bosco, don Daniel Antúnez, sarà in Nigeria per incontrare i confratelli salesiani ed esaminare con loro i progetti rivolti ai minori più fragili. Entro il 2050 la Nigeria diventerà il terzo Paese più popoloso del mondo, dopo India e Cina, con oltre 400 milioni di abitanti. Non solo: mentre negli altri due sarà in calo, il tasso di natalità nel Paese africano rimarrà alto ben oltre quella scadenza
di Redazione
Il presidente di Missioni Don Bosco, don Daniel Antúnez, sarà in Nigeria la prossima settimana per incontrare i confratelli salesiani ed esaminare con loro i progetti rivolti ai minori più fragili. Entro il 2050 la Nigeria diventerà il terzo Paese più popoloso del mondo, dopo India e Cina, con oltre 400 milioni di abitanti. Non solo: mentre negli altri due sarà in calo, il tasso di natalità nel Paese africano rimarrà alto ben oltre quella scadenza.
Questo dato si traduce nell’aumento esponenziale del numero di minori, rispetto ai quali le risposte della politica e della società si mostrano insufficienti. Già adesso la condizione di vita è precaria, fra mancanza di cibo, di istruzione, di sanità… fra il dilagare delle tossicodipendenze e della chimera dell’emigrazione.
Missioni Don Bosco partecipa con l’intera congregazione salesiana allo sforzo di affrontare questa emergenza, attraverso progetti che guardano al futuro, iniziando da un’attualità altamente sfidante. Si contano infatti almeno 100mila bambini che vivono per le strade di Lagos, e le altre grandi città come Ibadan ne contengono numeri di queste proporzioni: si stima che un ragazzo su 10 si trovi per ragioni diverse a vivere per strada in seguito all’abbandono da parte della famiglia.
Negli ultimi anni i missionari di Don Bosco hanno potenziato i centri di protezione dell’infanzia e realizzato nuove strutture di accoglienza. Con la direzione progettuale di padre Jorge Crisafulli, missionario argentino con lunghi anni di esperienza nell’Africa subsahariana, l’attenzione e le capacità professionali dei salesiani si sono orientati a dare accoglienza anche alle bambine. Sono le minori in situazione di strada, infatti, ad essere esposte ai rischi maggiori: maltrattate, isolate dalla società, abusate fisicamente ed emotivamente, nell’indifferenza della società.
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