Comitato editoriale
Un nuovo reparto per pazienti guariti da Coronavirus
Apre al Palazzolo-Don Gnocchi di Milano un nuovo reparto con 36 letti per pazienti dimessi dagli ospedali lombardi, clinicamente guariti dal Covid19 ma che necessitano ancora di assistenza. La direttrice: «Mi ha commosso la risposta del personale medico e infermieristico che si è candidato volontariamente per far parte delle équipe dedicate a seguire questa tipologia di pazienti»
di Redazione
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Trentasei letti per altrettanti pazienti clinicamente guariti dal Coronavirus, dimessi dagli ospedali lombardi ma che hanno necessità di un supporto clinico ed assistenziale prima di poter tornare a casa e alla vita di tutti i giorni. Il nuovo reparto ha aperto all'Istituto "Palazzolo-Don Gnocchi" di Milano. È un reparto separato dagli altri, con percorsi dedicati per garantire sicurezza e al suo interno lavoreranno squadre di operatori “ad hoc”. L'obiettivo è quello di creare una sorta di sistema di vasi comunicanti tra le strutture che sono in primissima linea per debellare le patologie conseguenti all’infezione da Covid-19 e il "Palazzolo-Don Gnocchi". L’attività di coordinamento per il movimento di tali pazienti è guidata dalla Centrale Unica di dimissione che opera dal Pio Albergo Trivulzio.
«La velocità con cui è stato riqualificato il reparto – spiega la direttrice sanitaria Federica Tartarone – mi ha impressionato. I collaboratori delle varie funzioni interne hanno lavorato con grande passione e dedizione, a ciclo continuo. Mi ha commosso in particolare la risposta del personale medico e infermieristico che si è candidato volontariamente per far parte delle équipe dedicate a seguire questa tipologia di pazienti». Il processo per avviare il nuovo reparto è partito immediatamente dopo la Deliberazione della Giunta Regionale XI/2906 dell’8 marzo scorso: valutata la rispondenza della struttura rispetto alle specifiche contenute nella deliberazione, sono partiti i lavori di predisposizione all’accoglienza dei pazienti.
«Desidero ringraziare pubblicamente tutto il personale che opera all’interno delle strutture – aggiunge il direttore generale della Fondazione, Francesco Converti – per l’encomiabile lavoro svolto in particolare durante queste ultime settimane. Continuità del lavoro di cura e supporto alle persone fragili rappresentano per noi da sempre la principale sfida quotidiana».
«Davanti a questo fenomeno di crisi – conclude Maria Chiara Carrozza, direttore scientifico della Fondazione – ci siamo dovuti riorganizzare in modo tale da riuscire ad assistere dei pazienti molto diversi rispetto a quelli elettivi per cui noi siamo stati pensati. La coerenza rispetto ai nostri principi fondanti ci ha spinto a metterci a disposizione al fianco del sistema pubblico».