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Uildm: dei “secchi ghiacciati” bene la solidarietà concreta

Il presidente nazionale di Uildm, Luigi Querini spera che la gara di solidarietà a suon di secchiate gelate aiuti a sostenere la ricerca e ricorda l'importanza di garantire il sostegno ai Fondi Sociali, in particolare per la non autosufficienza

di Redazione

Anche la Uildm (Unione italiana lotta alla distrofia muscolare) interviene sull’Ice Bucket Challenge che, partita dagli Usa, da alcune settimane sta coinvolgendo l’opinione pubblica italiana.
A prendere la parole è il presidente nazionale Uildm, Luigi Querini che a nome dell’associazione vuole esprimere «l’apprezzamento per le manifestazioni di solidarietà concreta, lontane da spettacolarizzazioni e ricerche di protagonismo, che aiuteranno a sostenere la ricerca e l’assistenza delle persone con Sla e che hanno contribuito a richiamare l’attenzione, e speriamo ad aumentare la consapevolezza generale, su quelle che sono le problematiche vissute quotidianamente dalle persone colpite da patologie altamente invalidanti, e dalle persone con disabilità in generale».

In una nota la Uildm ricorda che sostenere le associazioni che lottano attivamente contro una o più malattie spesso significa sia dare supporto alla ricerca scientifica, sia contribuire a una migliore qualità della vita delle persone e delle famiglie che ne sono colpite. Ed è per questo che dalle parti della Uildm l’auspicio è che «coloro che hanno aderito e stanno aderendo a questa campagna di raccolta fondi, colgano l’occasione per capire veramente di cosa e soprattutto di chi si stia parlando, perché la Sla, come le altre malattie, non sono entità astratte bensì condizioni che determinano nella vita quotidiana conseguenze molto concrete, serie, difficili, spesso drammatiche».

Ma non solo, «auspichiamo che le stesse persone che aderiscono possano contribuire a trasformare questa in una campagna culturale e di sensibilizzazione profonda» evitando il rischio “fuoco di paglia” che tanto spesso colpisce i fenomeni alimentati dalla Rete. Anche  per questo Uildm ricorda che come la Sla, le distrofie e le altre malattie neuromuscolari di cui si occupa, sono centinaia, anzi migliaia le patologie, rare e non, di varia origine, che nel nostro Paese, e nel mondo, colpiscono milioni di persone, di ogni età, maschi e femmine, determinando molto più spesso di quanto si possa immaginare situazioni di necessità e difficoltà profonde molto simili a quelle vissute da chi è colpito dalla Sla.
Uildm e Aisla (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica) da molti anni sono unite da una partnership e, in alcune zone, condividono la stessa sede, proprio perché la condizione e i bisogni delle persone colpite da malattie neuromuscolari, Sla ma anche malattie di altra natura sono spesso i medesimi, soprattutto da un punto di vista assistenziale.    

«Per questo motivo con l’occasione riteniamo fondamentale ricordare ancora una volta l’estrema importanza di garantire sostegno ai Fondi Sociali e in particolare a quelli per le non autosufficienze che, se adeguatamente finanziati, sono strumenti in grado di permettere alle persone con grave disabilità di vivere in modo dignitoso e degno di un Paese civile, dove il concetto di solidarietà, alla base dell’attività di realtà come la Uildm, possa continuare a crescere e a svilupparsi concretamente» dice Luigi Querini che conclude con un appello: «Chiamiamo direttamente in causa, quindi, i rappresentanti delle istituzioni, in particolare il Presidente del Consiglio e i Ministri interessati a questi temi, chiedendo loro di assumersi degli impegni seri e concreti verso tutte le famiglie, e sono diversi milioni, che in Italia convivono con le conseguenze e le implicazioni di malattie gravi e gravissime, altamente o totalmente invalidanti, che certamente meritano la massima considerazione e attenzione sempre, ma soprattutto nel momento in cui si deve decidere come e a chi destinare le risorse disponibili».