Comitato editoriale
Sono più di 26 milioni in Europa i bambini a rischio povertà
Secondo i dati Istat l'Italia è ancora seriamente esposta all'indigenza dell’infanzia in tutte le aree e il Sud resta il più colpito
di Redazione
26,5 milioni in Europa i bambini a rischio di povertà ed esclusione sociale (Eurostat 2014), 1 milione 986 mila i minorenni in povertà in Italia, un quadro ancora gravemente preoccupante per Fondazione L’Albero della Vita onlus, impegnata da anni nel contrasto alla povertà infantile.
Nello scenario fornito da Eurostat per il 2014 l’incidenza di povertà in Italia (AROPE) resta stabile ma allarmante per gli under 18 anni (32%) rispetto al 2013, ma si conferma più elevata rispetto alla popolazione adulta età 18-64 (29,6%) e della popolazione uguale o superiore ai 65 anni (20,8%).
Secondo i dati Istat 2014, in Italia 1 milione 986 mila bambini e ragazzi (19% della popolazione minorile) vivono in una condizione di povertà, di cui a circa la metà – 1 milione 045 mila – possono mancare un’alimentazione regolare, una casa adeguata e riscaldata, cure mediche, e l’accesso ad attività di svago, sportive, culturali, aggregative che penalizzano le loro opportunità di crescita mentre sono la norma per gli altri bambini.
I dati relativi agli indicatori di povertà per ripartizione geografica e regioni continuano a destare molta preoccupazione.
L’indicatore di povertà relativa per gli under 18 resta stabile al NORD (12,2%) e al CENTRO (13,4%), e tende verso una crescita al SUD (29,6% vs. 27,8% nel 2013), ove sono da evidenziare la Calabria al 49,2% di incidenza vs. 36,2% nel 2013 e la Basilicata al 38,5% vs 25,9%, oltre la Sicilia al 38,8%, la Puglia al 27,2% e la Campania al 22,1%, con valori alti ma più stabili.
L’indicatore di povertà assoluta per gli under 18, cresciuto per anni fino a livelli inaccettabili, per di più costituendo la popolazione più vulnerabile e anche più importante per il nostro futuro, conferma – nonostante la sua stabilità – la grave emergenza sociale. Gli under 18 in povertà assoluta costituiscono il 10,0% della popolazione minorile totale in Italia, più del doppio dell'incidenza di povertà assoluta tra gli anziani (4,5%), una disuguaglianza che penalizza le nuove generazioni e le famiglie con figli piccoli nell’affrontare le loro responsabilità senza gli aiuti adeguati. In generale il disagio economico si fa più diffuso se all'interno della famiglie sono presenti figli minorenni, come mostrano le ultime statistiche Istat, e si attesta al SUD al doppio che al NORD.
La situazione è tanto più preoccupante in quanto la prima infanzia è il momento più importante dello sviluppo cognitivo, emotivo e psicologico e la povertà in questo momento della vita può compromettere lo sviluppo del bambino e avere conseguenze durature nel percorso di crescita verso la vita adulta. Per questi bambini aumenta il rischio di problemi di salute fisica e mentale, di ripercussioni sulla loro vita sociale e sul loro rendimento scolastico, si riducono le loro aspettative e le loro aspirazioni.
A fronte di una situazione di povertà ancora così grave, le politiche di welfare italiane restano scarsamente efficaci nel contrastare la povertà ed esclusione sociale di famiglie con figli minorenni. Le risposte alla povertà attualmente sono ancora costituite da una logica di tipo passivo: chi è povero riceve soprattutto beni e denaro e in misura minore servizi, e non è generalmente coinvolto nella risoluzione attiva della propria difficoltà. Mentre L’Albero della Vita ritiene necessario includere anche questi aspetti in un progetto efficace di contrasto alla povertà. In questo contesto, Fondazione l’Albero della Vita ha dato il via al progetto di empowerment e partecipazione “Varcare la soglia” nelle città di Milano e Palermo, in modo da valorizzare l’attivazione delle famiglie in difficoltà – monoparentali e non, italiane e straniere – favorendo la consapevolezza della propria realtà ma anche delle proprie competenze e risorse.
«L’Albero della Vita incontra ogni giorno queste famiglie e bambini nei propri interventi a contrasto della povertà materiale ed educativa sul territorio dai quali si evidenzia la necessità di intraprendere una nuova via per interrompere il perpetrarsi dello svantaggio sociale: bisogna guardare alle loro competenze e allo sviluppo partecipato del loro potenziale come chiave di ribaltamento delle politiche sociali», afferma Ivano Abbruzzi, Presidente di Fondazione L’Albero della Vita. «La famiglia in povertà deve essere soggetto attivo nella ideazione del progetto in suo aiuto, partecipando alle misure politiche messe in campo e proponendo essa stessa degli interventi, così da diventare protagonista del superamento della propria condizione in modo duraturo. Ci auguriamo che il benessere dei bambini sia messo al centro dei ragionamenti di questo progetto di rinascita e divenga l’unità di misura del superamento della povertà nel nostro Paese. È quanto mai urgente e responsabilità di ogni attore istituzionale e della società civile realizzare insieme una strategia strutturale di contrasto alle diverse forme di povertà dell’infanzia e della famiglia partendo dalle risorse e dai servizi disponibili, integrandoli e riorganizzandoli al fine di valorizzare le capacità di tutte le persone coinvolte in un progetto di aiuto e di crescita sociale».
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