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Somalia sull’orlo della carestia: decine di migliaia le famiglie in fuga
L'ong in campo per assistere quanti fuggono per cercare acqua e cibo. Sono 360mila i bambini sotto i cinque anni gravemente malnutriti, 71mila sono quelli a rischio vita. Si tratta della peggior siccità dal 1950
di Redazione
Sono decine di migliaia le famiglie colpite dalla siccità in Somalia che stanno abbandonando le loro case in cerca di cibo, acqua e pascoli accessibili, dopo i segni evidenti dell’estensione della crisi alimentare che sta attanagliando la nazione.
Le autorità governative locali e gli operatori di Save the Children segnalano l’arrivo di centinaia di camion ogni giorno nelle ultime sei settimane nella regione costiera del Puntland, carichi di famiglie e bestiame provenienti fin dal Somaliland, spinte semplicemente dalla notizia di leggeri piovaschi nella regione prima di Natale.
Più a sud, nella Somalia centro-meridionale, le Nazioni Unite riportano un flusso in spostamento nella direzione opposta, con più di 100 rifugiati somali al giorno che, dall’inizio di gennaio attraversano il confine con l’Etiopia per raggiungere il campo di Dollo Ado, una media mai registrato negli ultimi 4 anni.
Nel Puntland, che sta soffrendo della più grave siccità che abbia colpito la regione dopo il 1950, i nuovi sfollati locali che hanno perso il bestiame si stanno raccogliendo in piccoli campi informali per cercare acqua, cibo e aiuti, ma le famiglie non riescono a sostenere la crescita del prezzo di acqua e cibo.
«I massicci spostamenti di persone tra Somalia e Somaliland, e attraverso il confine con l’Etiopia, è il segno che le pur forti famiglie rurali somale sono al limite», ha dichiarato Hassan Noor Saadi, Direttore in Somalia di Save the Children. «Le condizioni di siccità attuali sono le peggiori degli ultimi decenni e il terreno è cosparso di carcasse delle capre. In alcuni posti, ci sono anche cammelli morti, che, di solito, sono il triste presagio della morte degli essere umani. Più di 360.000 bambini sotto i 5 anni soffrono già di malnutrizione acuta e in 71.000 sono ormai a rischio di perdere la vita».
«Sono gli stessi segni del 2011, quando più di 250.000 persone sono morte a causa della carestia perché il mondo non ha saputo rispondere tempestivamente. Non possiamo lasciare che accada lo stesso».
Deeqa, una mamma di 37 anni, vive con 4 dei suoi 7 figli in un piccolo campo vicino a Bohol-Olodley, nel Puntland, raggiunto in cerca di un pascolo per il suo bestiame, ma quasi tutti i cammelli, capre e mucche che aveva sono morte. Lì non c’è scuola per i suoi figli e molti dei bambini che vivono nel campo sono ormai ammalati. «Se hai perso il bestiame e non vivi in una grande città, come fai a sopravvivere? Finché sei vivo puoi sperare di farcela, ma se non piove chi potrà sopravvivere? Saremo costretti a morire!».
Nello stesso campo c’è anche Amina, 38 anni, che è fuggita dalla zona di Garowe con i suoi bambini, anche lei in cerca di pascoli. La sua famiglia ha già perso metà del bestiame, ma quello rimasto è in condizioni tali che non produce più latte. «Non ho mai vissuto o sentito di una siccità di queste proporzioni, non me la sarei mai potuta neanche immaginare».
Più di 6 milioni di persone in Somaliland, Puntland e nella Somalia centro-meridionale, per la metà bambini, hanno urgente bisogno di assistenza per poter sopravvivere. Con le pessime previsioni per la stagione delle piogge dei prossimi mesi, la Somalia è sospesa sul baratro di una nuova carestia se non verranno messe a disposizione le risorse necessarie per raggiungere con gli aiuti, acqua e medicine i più vulnerabili, e in particolare i bambini.
Save the Children sta rispondendo alla migrazione forzata delle famiglie con l’intervento di unità mediche mobili e con il potenziamento dei suoi presidi sanitari nel Puntland, per il trattamento della malnutrizione infantile, delle patologie dovute all’acqua non potabile e di altre emergenze sanitarie. L’Organizzazione distribuisce inoltre l’acqua nelle zone abitate inaridite in Somalia e Somaliland, e fornisce voucher e micro finanziamenti per il cibo necessario alle famiglie.
Le immagini sul Puntland sono state realizzate da Save the Children
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