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Siccità in Etiopia: 400mila bambini a rischio di malnutrizione
L’appello al vertice COP21 per un immediato intervento della comunità internazionale prima che la situazione peggiori. Quasi 6 milioni di minori esposti a una grave carenza di cibo nei prossimi mesi
di Redazione
«Siamo di fronte alla peggiore siccità in Etiopia degli ultimi 50 anni e si stima che la risposta a questa emergenza abbia un costo complessivo di 1,4 miliardi di dollari. I leader mondiali riuniti a Parigi per il vertice sul clima devono reagire concretamente prima che sia troppo tardi», avverte John Graham, direttore di Save the Children in Etiopia. «Già nel 2011 la comunità internazionale era rimasta a guardare senza fare nulla, mentre la devastante siccità che si era abbattuta su Somalia, Etiopia e Kenya aveva portato ad una drammatica crisi alimentare, colpendo le comunità più povere e vulnerabili. Oggi la storia rischia di ripetersi nei prossimi mesi se non si agisce immediatamente».
Sono circa 10,1 milioni, di cui 5,75 milioni di bambini, le persone che si troveranno ad affrontare una critica mancanza di cibo nel 2016, in seguito al peggioramento della crisi alimentare causata dalla siccità provocata da El Nino. Save the Children stima inoltre che circa 400mila bambini rischiano di sviluppare forme di malnutrizione acuta con conseguenze drammatiche per la loro salute, che possono portare ad un blocco della crescita e a ritardi fisici e mentali nella fase dello sviluppo.
La scarsità delle piogge del Belg all’inizio dell’anno, così come delle piogge estive del Kiremt hanno avuto un impatto devastante sul raccolto in Etiopia e fino a giugno del 2016 non se ne prevedono altri.
I progressi significativi fatti nella sicurezza alimentare, nell’educazione e nella salute della popolazione rischiano di essere compromessi in alcune zone del Paese. Il governo etiope si è già impegnato per uno stanziamento senza precedenti di 192 milioni di dollari per combattere la crisi, come parte di un ampio sforzo del paese per mitigare l’impatto della siccità. Ma è urgente che i donatori e la comunità internazionale sostengano il governo per evitare che la situazione degeneri ulteriormente.
«Secondo recenti rapporti che tengono conto dei dati delle Nazioni Unite sul costo necessario a fornire interventi di supporto e di quello dell’impatto economico della siccità, una risposta immediata potrebbe far risparmiare 8 milioni di dollari al giorno. Investire subito non significa perdere denaro, poiché questo aiuta ad assicurare risorse ad interventi per la resilienza e la riduzione del rischio. Stavolta non possiamo aspettare che la situazione peggiori ulteriormente», aggiunge Graham.
«Dobbiamo migliorare molto il funzionamento della risposta del sistema umanitario nel momento in cui ci sono i primi segnali di una crisi e le comunità cominciano ad avere bisogno di aiuto. Se oggi verranno prese le misure giuste, sarà possibile evitare la sofferenza di milioni di persone e alleviare la miseria opprimente e duratura che questo tipo di emergenze così acute tendono a lasciare per molto tempo», spiega Graham.
Save the Children opera in Etiopia dal 1984 con programmi di lungo termine ed è presente nel 70% dei distretti più colpiti del paese, con la fornitura di cibo, acqua, medicine e un sostegno fondamentale alle famiglie che hanno perso il loro reddito.
Per sostenere gli interventi di Save the Children in emergenza qui
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