Comitato editoriale
Servizio Picc Ant: bilancio di oltre un anno di attività
In poco più di un anno dall'attivazione del servizio sono stati 286 i cateteri venosi centrali posizionati gratuitamente a domicilio nei malati oncologici assistiti da Ant a Bologna, Ferrara, Modena, Pesaro, Brescia e Firenze.
di Redazione
Quasi trecento cateteri venosi centrali sono stati posizionati a domicilio e in modo del tutto gratuito da Ant in poco più di un anno. Il centro raccolta dati della Fondazione Ant precisa che al 6 dicembre i Picc (Peripherally Inserted Central Catheter) posizionati nei sofferenti oncologici assistiti da Ant sono stati 286. Il Servizio Picc Ant è attivo dal 2012 nelle città di Bologna, Ferrara, Modena, Pesaro, Brescia e Firenze. Qui le équipe di medici e infermieri della Fondazione opportunamente addestrati effettuano direttamente a casa dei pazienti oncologici il posizionamento del Picc: un catetere venoso centrale inserito perifericamente all'altezza del braccio, nella vena basilica o brachiale, sotto guida ecografica e con controllo mediante uno speciale elettrocardiografo.
Il Picc a domicilio viene utilizzato – senza alcuno costo per i malati e le loro famiglie – per favorire la somministrazione di farmaci, di liquidi e di nutrizione parenterale nei pazienti assistiti dalla Fondazione, nei quali sarebbe sconsigliata un’ospedalizzazione finalizzata all'impianto di un accesso venoso. In poco più di un anno, nella sola provincia di Bologna – dove il servizio è stato introdotto nel maggio 2012 – sono stati 201 i Picc posizionati, 85 nelle altre cinque città (coinvolte dal 2013).
Questa nuova specializzazione dei gruppi di assistenza domiciliare Ant rappresenta un'eccellente opportunità di risparmio per il sistema sanitario. I costi di un impianto Picc a domicilio sono infatti estremamente ridotti rispetto all'impianto presso strutture del Ssn o comunque accreditate, in quanto non richiedono l'utilizzo della sala operatoria, né di apparecchiatura radiologica o della degenza, ma mantengono allo stesso modo i criteri di sterilità e affidabilità che la procedura, assolutamente equivalente a quella ospedaliera, richiede.
Ant dal 1985 a oggi ha assistito gratuitamente a domicilio oltre 96mila sofferenti di tumore in 9 regioni d'Italia. Molti dei pazienti in assistenza domiciliare Ant sono in una fase avanzata della malattia: spesso hanno bisogno di accesso venoso per la somministrazione di terapie infusive e non sono in grado di deambulare, né di essere trasportati in ospedale. In altri casi, anche la banale assenza di un accesso venoso certo e l'essere sottoposti a frequenti terapie endovenose, possono causare un'elevata traumaticità locale nel sofferente. La tecnica non è dolorosa perché avviene in anestesia locale e il dispositivo – che garantisce la massima mobilità del paziente – può durare da tre mesi a un anno e più, se gestito in modo corretto. L'inserimento del Picc a domicilio porta benefici oltre che ai pazienti e ai loro familiari, anche agli stessi operatori Ant, poiché l'impianto riduce i tempi di esecuzione delle terapie.
I sofferenti oncologici assistiti dalla Fondazione possono essere selezionati per l'impianto del Picc solo se ci sono precisi criteri di eleggibilità opportunamente valutati dal medico Ant. Il servizio introdotto dalla Fondazione Ant ha incontrato un alto indice di soddisfazione degli stessi pazienti e dei familiari, ed è destinato a essere rivolto ad un bacino di utenza sempre più vasto.
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