Comitato editoriale Fondazione Sacra Famiglia

I servizi domiciliari crescono del 30% per rispondere a fragilità e invecchiamento

Nel 2024 questa realtà del Terzo settore lombardo ha registrato un incremento del 30%. L'Adi ha toccato un +35% mentre il servizio di Rsa aperta ha visto un aumento del 38%

di Redazione

Nel corso del 2024 i servizi domiciliari della Fondazione Sacra Famiglia hanno registrato un aumento medio del 30% rispetto all’anno precedente. Un importante traguardo per questa realtà, con un trend che riflette i bisogni di una popolazione sempre più anziana e fragile. I dati per singolo servizio sono significativi: l’assistenza domiciliare integrata – Adi ha segnato un incremento del 35%, mentre il servizio di Rsa aperta ha visto un aumento vicino al 38%. Inoltre, nel solo territorio di Cesano Boscone, gli utenti seguiti nel 2024 sono cresciuti del 16,8% per l’Adi e del 18,7% per la Rsa aperta, dati che testimoniano l’impatto concreto di un’assistenza a domicilio qualificata e personalizzata.

Con l’aumento dell’aspettativa di vita e il progressivo invecchiamento della popolazione, i servizi domiciliari stanno assumendo un ruolo sempre più centrale, perché permettono di rispondere alle esigenze di chi, a causa di condizioni di salute temporanee o permanenti, non può accedere alle strutture ambulatoriali. È quindi fondamentare poter contare su organizzazioni di provata esperienza, capaci di offrire cure che garantiscano qualità e continuità.

I servizi domiciliari di Sacra Famiglia sono pensati per anziani non autosufficienti, pazienti con demenza certificata e con disabilità ma anche per persone giovani che necessitano di assistenza in seguito a incidenti, malattie o ricoveri ospedalieri. L’obiettivo è quello di migliorare la qualità della vita degli assistiti e delle loro famiglie, portando a casa prestazioni sanitarie, riabilitative e socioassistenziali. Sacra Famiglia opera a Milano (Municipi 2, 6 e 7) e nei territori delle Asst Rhodense e Melegnano-Martesana, offrendo un sistema di assistenza principalmente gratuito, grazie al supporto del Servizio sanitario regionale. Accanto a queste prestazioni, è disponibile anche un’offerta personalizzabile per rispondere alle esigenze più specifiche.

«L’incremento registrato quest’anno è un segnale forte che sottolinea quanto la domiciliarità sia una risposta sempre più necessaria in una società che invecchia», sottolinea Stefania Pozzati, direttore sociale della Fondazione. «È una sfida che richiede competenze, sensibilità e un sistema ben organizzato».

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