Comitato editoriale WeWorld
Servono scuole innovative per una nuova idea di istruzione
Leggere, studiare, ascoltare la musica, lavorare in gruppo, vedere un film o uno spettacolo. Si potrà fare tutto questo nei nuovi spazi innovativi realizzati in alcune scuole di Milano grazie al progetto “la scuola delle competenze di cittadinanza”. Interventi che mirano a prevenire l’abbandono scolastico partendo da una nuova idea di istruzione che coniuga partecipazione, ambiente circostante e metodologie di studio
di Redazione
Leggere, studiare, ascoltare la musica, lavorare in gruppo, vedere un film o uno spettacolo. Si potrà fare tutto questo nei nuovi spazi innovativi realizzati all’interno dell’istituto comprensivo Sant’Ambrogio, dell’istituto comprensivo Madre Teresa di Calcutta di Milano e dell’istituto comprensivo Claudio Abbado di Vimodrone da WeWorld, organizzazione italiana indipendente impegnata da oltre 50 anni con progetti di cooperazione allo sviluppo e di aiuto umanitario per garantire i diritti a tutte le persone a partire dalle comunità più vulnerabili.
Interventi che mirano a prevenire l’abbandono scolastico partendo da una nuova idea di istruzione che coniuga partecipazione, ambiente circostante e metodologie di studio. Quello della dispersione scolastica, infatti, è un fenomeno complesso connesso anche alla qualità degli ambienti in cui si studia, in Italia spesso caratterizzati da inadeguatezza delle strutture e dei materiali tecnologici e laboratoriali. «Grazie a questi spazi stiamo sperimentando una nuova idea di scuola che prevede il ripensamento degli ambienti di apprendimento e l’implementazione di metodologie didattiche innovative», spiega Valerio Pedroni, responsabile programmi cociali in Italia di WeWorld. «Una scuola più vicina alle esigenze di studenti e studentesse, insegnanti e famiglie, capace di cogliere le nuove sfide dell’istruzione».
Gli interventi rientrano all’interno del progetto “la scuola delle competenze di cittadinanza” – sostenuto del fondo solidale Next Generation Milano costituito presso fondazione di Comunità Milano e realizzato da WeWorld con i partner L’impronta e Libera Compagna di Arti e Mestieri Sociali – partito all’interno delle 3 scuole secondarie di I grado della città metropolitana di Milano che hanno scelto di intraprendere questo processo di cambiamento. Alle rispettive comunità scolastiche è stato offerto formazione, coaching e l’intervento architettonico per la riqualificazione deli spazi attraverso la progettazione partecipata. Gli spazi, progettati dalle architette Silvia Nessi e Mariella Bianchin, nascono da un percorso che docenti, studenti e studentesse hanno fatto insieme alle stesse. Dopo una raccolta dei bisogni, attraverso colloqui individuali con le dirigenti scolastiche e la somministrazione di un questionario a tutta la comunità scolastica (insegnanti, allievi/e, famiglie, personale scolastico), gli studenti e le studentesse delle classi seconde sono stati scelti come protagonisti del processo di coprogettazione e, insieme alle architette, hanno lavorato all’analisi e al trattamento dei dati emersi, fino alla scelta del progetto da realizzare.
«La scuola non è una parentesi nella vita dei ragazzi e delle ragazze, ma è il luogo fisico e mentale in cui trascorrono migliaia di ore ogni anno. Il mondo adulto che oggi pensa ai luoghi di lavoro non più come spazi, ma come paesaggi – confortevoli, belli e in perenne trasformazione – dovrebbe fare altrettanto con le scuole perché, come scriveva il grande educatore Danilo Dolci. “Se l’occhio non si esercita non vede. Se la pelle non tocca, non sa. Se l’uomo non immagina, si spegne”», dichiara Carlo Marchetti, presidente fondazione di Comunità Milano. «Fondazione di Comunità Milano ha creduto e crede nell’educazione alla bellezza, alla cura, all’immaginazione e al fare insieme. Sosteniamo il progetto La scuola delle competenze perché guarda alla «comunità educante» come un noi fatto da genitori, docenti, personale didattico, abitanti del quartiere, ex alunne e allieve della scuola che la portano nel cuore e per questo sono coinvolti e responsabili del suo futuro».
«Vogliamo aprire la scuola al territorio», conclude Pedroni. «Siamo certi che il coinvolgimento dell’intera comunità nella realizzazione della continuità educativa sia fattore protettivo imprescindibile contro dispersione scolastica e abbandono precoce».
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