Comitato editoriale
Scuola, un PEI su quattro redatto senza la famiglia
Un'indagine della Fish indaga i comportamenti delle scuole rispetto al GLO (Gruppo di Lavoro Operativo per l’Inclusione) e alla redazione dei PEI (Piano Educativo Individualizzato)
di Redazione
Quasi 1.500 questionari restituiti in un mese, soprattutto da Lazio e Lombardia, per il 41% della scuola primaria, per capire se la convocazione dei GLO (Gruppo di Lavoro Operativo per l’Inclusione) e la redazione dei PEI (Piano Educativo Individualizzato) fossero avvenute entro il 31 ottobre come previsto dal Decreto Legislativo 66 del 2017 e soprattutto se le famiglie e gli stessi alunni con disabilità fossero stati coinvolti.
Il Glo si è riunito nel 79,5% dei casi, ma solo nel 59,3% dei casi questo è accaduto entro il 31 ottobre. Il Pei è stato redatto per 8 ragazzi su 10 (82%) ma ciò è stato fatto entro il 31 ottobre 6 volte si 10. La famiglia è stata coinvolta nella stesura del Pei nel 76,3% dei casi: il che significa che in un caso su 4 non è stata coinvolta.
Ci sono testimonianze che parlano di «un lavoro stupendo di equipe scolastica», che affermano «non sono mai stata così serena e il mio bimbo così felice e desideroso di frequentare», che dice che «migliora ogni giorno la situazione» e altre che riferiscono di come sia stato fatto «un copia incolla di quello degli anni precedenti, senza tenere in considerazione le indicazioni date dai medici lo scorso anno», «non avevamo visto prima il documento e anche in tale data ha solo condiviso sullo schermo pagine con crocettine».
Questa indagine è stata proposta da Fish: non ha evidentemente una velleità statistica, ma è utile nei confronti delle interlocuzioni e rivendicazioni della Fish verso il Ministero competente. Quali considerazioni emergono? Innanzitutto che «ancora oggi non viene garantito il pieno diritto all’inclusione scolastica per gli alunni con disabilità. Lasciare tutto all’improvvisazione, non programmare “cosa” e soprattutto “come” sin dalle prime settimane di frequenza vuol dire non garantire un diritto costituzionale», sottolinea la Fish. Il coinvolgimento effettivo e partecipativo delle famiglie nella redazione dei PEI è ancora acerbo: «Mi è stato chiesto di firmarlo senza alcuna altra informazione o coinvolgimento famiglia e terapisti», «Ci hanno presentato pei per la firma, dopo il GLO, privo di qualsiasi personalizzazione a parte i dati anagrafici e le ore assegnate», «Ci è stato fatto firmare di fretta perché era in scadenza e doveva essere consegnato il giorno stesso, quindi lo abbiamo letto velocemente».
«Il PEI non costituisce, né tantomeno deve essere considerato, un mero adempimento burocratico», sottolinea la Fish. «Deve invece essere pensato, sempre più, come uno strumento concreto di lavoro per il personale insegnante, in grado di definire obiettivi e strategie da seguire e perseguire, con misuratori comuni di obiettivo, durante l’intero anno scolastico. Essendo un vero e proprio contratto tra le parti deve essere sottoscritto dalla scuola e dalla famiglia che partecipa attivamente alla sua formulazione». Il percorso è possibile, come dimostrano i commenti riportati all’inizio: «non sono mai stata così serena e il mio bimbo così felice e desideroso di frequentare».
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