Comitato editoriale Save the Dogs

Romania, reinserimento sociale dei detenuti grazie agli animali

Il progetto di Save the Dogs, avviato nel Penitenziario di Poarta Alba, riceve il sostegno dell’Unione Buddhista Italiana con un finanziamento di 19mila euro. Un riconoscimento per la valenza e l’impatto positivo che questa iniziativa genera su persone e animali

di Redazione

Detenuti e animali si aiutano a vicenda nei percorsi di reinserimento sociale, si sostengono e alleviano le sofferenze reciproche attraverso l’empatia. È questo l’obiettivo del progetto avviato da Save the Dogs nel Penitenziario di Poarta Alba, in Romania, dove i detenuti sono coinvolti in attività di laboratori manuali e volontariato a contatto con gli animali. Si tratta di percorsi di educazione e di cura sviluppati per favorire un cambiamento positivo nei detenuti, nella vita degli animali con i quali interagiscono, nella comunità di riferimento. 

Il contributo dell’Unione Buddhista italiana

Riconoscendone il valore e condividendone la finalità, l’Unione Buddhista italiana, ha deciso di finanziare questo progetto attraverso un contributo economico di 19mila euro grazie alle firme dell’8xmille. Un importante sostegno che permetterà a Save the Dogs di ampliare i percorsi di reinserimento sociale e le attività svolte. 

Il santurio degli asini a Cernovada

I fondi disponibili permetteranno, spiega una nota, di proseguire le visite dei detenuti al Santuario degli Asini nella sede di Save the Dogs a Cernavoda dove imparano a prendersi cura degli equini attraverso semplici mansioni di pulizia e di manutenzione di stalle e recinti mentre gli asini, al tempo stesso, beneficiano delle cure dei detenuti; di potenziare lo spazio dedicato ai laboratori manuali all’interno del carcere dove i detenuti, guidati da personale esperto, realizzano con materiali di recupero oggetti per cani e gatti, come cucce e giochi.  Gli oggetti realizzati vengono poi donati alle persone della comunità più bisognose, alle famiglie dei detenuti in occasione delle visite in carcere, agli animali randagi che vivono sul territorio e a quelli ospitati nel rifugio di Save the Dogs.

«La collaborazione con il Penitenziario è partita la scorsa primavera con il lancio di Vite Connesse, il programma nato per creare beneficio agli animali e alle persone fragili nei territori dove operiamo. Grazie a una partnership con il Jane Goodall Institute abbiamo avviato a Poarta Alba il primo progetto  Roots & Shoots in Romania che coinvolge i detenuti di un’ala psichiatrica del  carcere» racconta Sara Turetta, presidente di Fondazione Save the Dogs Ets. «Questo programma è una fonte di ispirazione per il nostro operato poiché ne condividiamo a pieno la missione di promuovere il rispetto e la compassione per tutti, di stimolare ogni individuo ad agire per rendere il mondo un posto migliore». 

I fondi dell’8xmille

Una missione condivisa e promossa anche dall’Unione Buddhista Italiana come emerge dalle parole del presidente Filippo Scianna: «Cura, responsabilità sociale e interdipendenza: così l’Unione Buddhista Italiana sostiene le piccole realtà di tanti territori italiani, grazie ai fondi 8xmille. Ogni progetto nasce dalla visione di donne e uomini che, con le loro menti e attraverso le loro mani, lavorano con costanza per rendere la nostra società più equa, compassionevole e saggia. È grazie al loro impegno che oggi molte persone possono usufruire di servizi fino al giorno prima a loro inaccessibili. Sono progetti sociali che l’Unione Buddhista Italiana ha scelto di sostenere grazie ai fondi raccolti dall’8xmille».

«Si tratta di progetti non confessionali a favore della pluralità e della responsabilità sociale, dove l’Unione Buddhista porta un aiuto concreto supportando le reti territoriali esistenti» continua Scianna. «Ogni progetto è selezionato in coerenza con l’idea, alla base del pensiero buddhista, dell’interdipendenza e del prendersi cura: nel mondo in cui viviamo ogni essere senziente, umano o animale che sia, è collegato; agendo su uno di essi, si agisce a favore dell’intera collettività». 

Il contesto romeno

In un contesto come quello del centro penitenziario di Poarta Alba che vive in una situazione di costante sovraffollamento, come la maggior parte delle carceri in Romania, iniziative di inclusività come questa rappresentano un tassello cruciale per dare una seconda possibilità ai detenuti, favorendo il loro reinserimento sociale e lavorativo e per contrastare l’elevato tasso di  violenza sugli animali che si registra in tutto il Paese.

«L’empatia verso gli animali si trasforma in un diffusore di benessere per tutti: è con questa consapevolezza che portiamo avanti questa progettualità con impegno e dedizione. Siamo consapevoli di lavorare in un territorio ad alto tasso di violenza sugli animali e ogni piccolo passo che facciamo per cambiare questa situazione ci dà la motivazione per andare avanti. Vogliamo farci portavoce di un messaggio di speranza e fiducia nel futuro, augurandoci che altre strutture penitenziarie possano aprire le loro porte a progetti come questo», conclude Sara Turetta.

Immagini da Ufficio stampa

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