Comitato editoriale
Ridurre il rischio di Alzheimer con l’alimentazione
Il 21 settembre, in occasione della Giornata Mondiale Alzheimer, la Fondazione Don Gnocchi organizza un convegno per spiegare come una corretta alimentazione possa ridurre il rischio di sviluppare demenze
di Redazione
Una corretta alimentazione può ridurre il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer o altre demenze? Le possibili risposte verranno approfondite nel corso del convegno scientifico “Approccio nutrizionale e psicobiosociale nella malattia di Alzheimer: quali benefici?”, promosso dal Centro IRCCS “S. Maria Nascente” Fondazione Don Gnocchi di Milano. L’appuntamento è per lunedì 21 settembre (ore 8.45-16), presso la sala Alessi di Palazzo Marino (piazza della Scala 2, Milano), in occasione della XXII Giornata Mondiale Alzheimer.
«Negli ultimi anni – sottolinea la dottoressa Elisabetta Farina, medico neurologo, responsabile Servizio Riabilitazione e Diagnosi dei Disturbi Cognitivi Acquisiti della Fondazione Don Gnocchi Milano – si stanno accumulando dati epidemiologici che suggeriscono un ruolo fondamentale della nutrizione nel determinare il rischio di sviluppare una demenza. Recenti dati indicano che una dieta ricca di alimenti vegetali, acidi grassi polinsaturi e povera di alimenti animali ad alto contenuti di grassi saturi, è associata a un ridotto rischio di sviluppare demenza e forse anche a un ridotto rischio di conversione in demenza nei soggetti che presentano una Compromissione Cognitiva Lieve (MCI-Mild Cognitive Impairment). Le autorità sanitarie e politiche stanno dunque cercando di implementare programmi di salute pubblica basati sulla dieta mediterranea».
Il convegno quindi punterà a fornire conoscenze teorico-pratiche sull’approccio nutrizionale e sulle terapie non farmacologiche utili nella malattia di Alzheimer e nelle altre demenze, a partire dai recenti risultati ottenuti sia dall’approccio nutrizionale (anche su anziani sani) sia dall’approccio psicobiosociale.
Grande interesse sta suscitando anche la possibilità di rallentare il decorso delle fasi iniziali della malattia di Alzheimer o comunque di migliorare la qualità di vita delle persone affette da questa malattia, prolungando la fase di relativa conservazione delle capacità funzionali: «Il convegno – aggiunge la dottoressa Farina – vuole affrontare anche il tema dei possibili interventi non farmacologici utili nella malattia di Alzheimer e nelle altre demenze, il tutto in un’ottica multidisciplinare. Proposito presenteremo anche interessanti esperienze europee, quali il modello dei Meeting Centers olandesi che si sta implementando anche nel Comune di Milano».
L’evento, con accreditamento ECM si rivolge in particolare a medici (neurologi e geriatri), psicologi, infermieri, educatori e terapisti della riabilitazione. Responsabile del convegno è la dottoressa Elisabetta Farina (medico neurologo, responsabile Servizio Riabilitazione e Diagnosi dei Disturbi Cognitivi Acquisiti della Fondazione Don Gnocchi Milano) e responsabile scientifico è il professor Claudio Mariani (responsabile Unità Operativa Complessa di Neurologia Ospedale Sacco di Milano, professore di Neurologia dell’Università di Milano e presidente dell’Associazione per la Ricerca sulle Demenze – ARD ONLUS).
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.