Comitato editoriale
Mille dirigenti Csi ad Assisi per dar forza allo sport di base
Massimo Achini: «Un’occasione per riandare alle motivazioni profonde dell’impegno educativo come volontari». Da qui sarà lanciata una nuova campagna di sensibilizzazione per valorizzare l'esperienza sportiva di base schiacciata da troppa burocrazia
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Un appuntamento tradizionale che si ripete da sedici anni, ma non scontato. Un momento di incontro associativo, che è anche, come sottolinea il presidente del Centro sportivo italiano, Massimo Achini «un appuntamento non solo della vita del Csi, ma di tutto lo sport italiano. È un’occasione per mille dirigenti provenienti da tutta Italia per fermarsi un attimo e riandare alle motivazioni profonde dell’impegno educativo come volontari». Questo e molto di più sono le giornate di Assisi – dal 4 al 6 dicembre – che quest’anno hanno come slogan e titolo “Alla luce del sole”.
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Tre giorni per il “popolo del Csi” cui parteciperanno anche i grandi dirigenti dello sport italiano. Quest’anno sono stati organizzati dieci tavoli di lavoro che affrontano a 360 gradi le sfide per il futuro delle società sportive di base che, è ancora Achini a parlare «stanno vivendo un momento di emergenza. Sono una delle ricchezze del nostro Paese, sono la più grande forma di volontariato che è però schiacciata dalla burocrazia. Per questo i dieci tavoli tematici vedranno i dirigenti protagonisti per elaborare proposte che diano forza allo sport di base».
Alla vigilia delle giornate di Assisi il presidente Achini punta su due argomenti: l’attività sportiva giovanile che è «la priorità delle priorità perché la formazione è una delle grandi sfide dello sport italiano» e poi l’idea di un Csi «povero per i poveri». In pratica capace di puntare sulla «capacità di farsi prossimo, portando gli sport di base ovunque. Siamo stati i primi a portare lo sport in carcere, a fare attività con i disabili» continua Achini. «Dobbiamo ora approfondire la nostra vocazione di associazione di frontiera che porta lo sport in tutte le forme di povertà e qui si legano le nostre attività di volontariato sportivo internazionale come l’ultima esperienza in Kurdistan, dopo Haiti, il Camerun e il Ruanda…». A questi punti si lega in particolare il tavolo tematico “L’impegno del Csi tra vecchie e nuove povertà”.
Ma da Assisi, in modo trasversale a tutti i tavoli tematici, vuole prendere il via una campagna di sensibilizzazione dedicata ai problemi che stanno vivendo le società sportive di base che, osserva Massimo Achini «ricevono tante pacche sulle spalle e complimenti, ma di fatto sono lasciate sole da tutti, dal Coni come dal governo. Chiederemo alleanze per non disperdere la ricchezza di esperienze che abbiamo».
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Tra i problemi per Achini vi è il peso della burocrazia e di normative che non fanno differenza tra la squadretta dell’oratorio o del quartiere e una società sportiva di serie C. «Il presidente di una nostra società sportiva, per esempio, che di mestiere fa l’impiegato e che si è preso l’onere di far vivere la squadre dei ragazzini del quartiere per il valore educativo di questa attività, passa metà del suo tempo dal commercialista e se sbaglia una cosa sulla norma per i defibrillatori rischia un reato penale. Il rischio è che si disinnamori, perda la passione che lo ha guidato fino a oggi». Una cosa Achini tiene a precisarla: «Non chiediamo soldi, chiediamo dignità e riconoscimento della funzione educativa che abbiamo».
Un ruolo fondamentale, conclude Achini «basti pensare a tutta la tematica dell’integrazione. Dove se non nello spogliatoio della squadra di quartiere i ragazzini italiani e figli di immigrati si ritrovano? E a tenerli insieme è l’allenatore che magari nella vita fa il tassista. E invece di valorizzare il suo ruolo lo si carica di incombenze burocratiche. Il mio non è uno spirito polemico ma una richiesta di attenzione. Per questo voglio accendere i riflettori su questa realtà».
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