Comitato editoriale

Mamma, figlio e 2 ragazzi accolti a Santa Caterina Villarmosa

Sono stati salvati da possibili episodi di violenza e sfruttamento grazie al progetto Doti tratta, di cui l’associazione salesiana è uno degli attori nel centro in provincia di Caltanissetta. Il nucleo familiare viene dalla Nigeria. Con loro un marocchino e un senegalese. Previste attività di inserimento sociale

di Nicola Varcasia

Accogliere, prima che sia troppo tardi. Dare opportunità concrete di inserimento sociale, affinché l’inclusione non sia solo un sogno. A questo serve il progetto Doti tratta finanziato dalla regione Sicilia che prevede la creazione di misure socio-assistenziali per il territorio, garantendo un budget per l’integrazione a favore di cittadini stranieri vittime di tratta, grave sfruttamento lavorativo e caporalato e vittime di reati.

Tra gli attori di questo progetto, l’associazione Don Bosco 2000 che, nei giorni scorsi, ha accolto le prime quattro persone nel centro di Santa Caterina Villarmosa, in provincia di Caltanissetta: una mamma e figlio nigeriani, un ragazzo marocchino e uno senegalese, che vivevano tutti la minaccia di diventare vittime di tratta e di grave sfruttamento lavorativo, con buone prospettive per il futuro.

«Il progetto attualmente ha scadenza al 31 ottobre 2023», spiega Roberta La Cara, direttrice dell’area ricerca e sviluppo dell’associazione Don Bosco 2000, «ma auspichiamo che queste forme di assistenza vengano rinnovate, per dare un sostegno qualitativo alle persone in condizione di vulnerabilità e una continuità a percorsi che necessitano di un lungo periodo per la fuoriuscita dal disagio e il perseguimento degli obiettivi di autonomia abitativa e lavorativa».

«I servizi offerti all’interno del progetto sono molteplici», prosegue La Cara, «accoglienza materiale – con erogazione di bonus food –, orientamento legale, assistenza e orientamento sanitario, orientamento psicologico ma anche lavorativo». È prevista, infatti, la creazione di borse lavoro, in particolare nove tirocini formativi attivabili per tutta la durata del progetto, e accompagnati da una fase di formazione in ambito lavorativo. «L’attivazione di percorsi individualizzati di accoglienza per la tutela di vittime di tratta riveste per Don Bosco 2000 particolare rilevanza», conclude La Cara, «poiché consente di dare avvio all’erogazione di servizi previsti dalla seconda sezione del registro a cui siamo iscritti da quest’anno. Nonostante le dimensioni del fenomeno, infatti, sono ancora pochi gli enti abilitati all’erogazione di questi servizi, concentrando di fatto gli interventi all’azione di pochi in un territorio come quello siciliano – per sua natura luogo di sbarco quotidiano di migliaia di persone in fuga da contesti disagiati – che ha fortemente bisogno della messa in rete di misure concrete di inclusione». Nel prossimo periodo sono attese altre cinque persone.

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