Comitato editoriale Arci

“Le città sono di tutte e tutti. Liberi corpi in liberi spazi”

«Vogliamo rivendicare il diritto a vivere tutti gli spazi con i nostri corpi non maschili: le donne, le ragazze, le soggettività non binarie vogliono finalmente vivere la città, i territori più marginali, la casa, di giorno e di notte, senza paura». È questo il messaggio di Arci in occasione della giornata internazionale dei diritti delle donne

di Redazione

Arci nel 2024 dedica la Giornata internazionale dei diritti delle donne a tutte quelle donne che in tutto il mondo lottano tutti i giorni per i diritti di tuttɜ, con lo slogan “Le città sono di tuttɜ”.

«Vogliamo rivendicare il diritto a vivere tutti gli spazi con i nostri corpi non maschili: le donne, le ragazze, le soggettività non binarie vogliono finalmente vivere la città, i territori più marginali, la casa, di giorno e di notte, senza paura», si legge in una nota.

«Riteniamo urgente immaginare lo spazio come un’infrastruttura per il benessere di tutte e tutti, ribaltando il paradigma degli spazi, pensati per la produzione, per mettere al centro la vita quotidiana e la cura, quale antidoto alla società del profitto, all’impoverimento delle relazioni, alla distruzione del pianeta e anche alla crescita delle disuguaglianze. Ripensare le molteplici dimensioni dell’abitare – interconnesse e strettamente legate all’aumento delle disuguaglianze, in termini di accesso al reddito, al welfare, all’istruzione, alla sanità, alle crisi sociale e ambientale – implica ripensare la qualità della vita tanto negli spazi urbanizzati quanto nelle aree interne e marginali, e dunque immaginare la società che vorremmo. E lottare per costruirla».

In questo 8 marzo, prosegue la nota, non possiamo dimenticare anche chi, a causa delle guerre, non ha più una casa. La guerra non è mai una soluzione ma, prepotentemente, continua a fare la storia, con il rischio sempre più concreto che la “guerra a pezzi” si trasformi in guerra globale e nucleare. La guerra è piuttosto una delle principali cause delle crisi da cui il nostro sistema e la nostra società non riescono più a liberarsi, perché invade ogni ambito e spazio. Devasta vite, ambiente, democrazie e, come ci ha insegnato Hannah Arendt, «non restaura diritti, ridefinisce poteri».

Il gruppo Politiche di genere dell’Arci aderisce allo sciopero, promosso dal movimento Non una di meno e indetto dalla Flc Cgil – Federazione delle lavoratrici e dei lavoratori della conoscenza, da alcune Federazioni regionali della Funzione Pubblica e della Fisac, e dai sindacati di base.

L’8 marzo sarà nelle piazze nelle manifestazioni transfemministe; il 9 marzo saarà in piazza a Roma per chiedere prima di tutto il Cessate il fuoco a Gaza, accanto anche a tutte le donne che continuano a tessere tele con fili tenaci, anche in questi tempi bui di guerra.

Arci sarà anche nei Circoli ad aprire discussioni sulle politiche femministe, anche in vista delle elezioni amministrative e europee di primavera. A partire dal documentario “Nilde Iotti, il tempo delle donne” diretto da Peter Marcias (Italia, 2020, 80′).

La campagna di comunicazione sull’8 marzo è stata realizzata in collaborazione con Rita Petruccioli.

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