Comitato editoriale
La musica rap contrasta la malnutrizione nella Repubblica Democratica del Congo
l rapper Gemitaiz (Davide de Luca), il produttore Mace (Simone Benussi) e il regista Manuel Marini hanno donato i proventi derivanti dallo streaming del brano e videoclip “Bianco/Gospel” e dal noleggio del documentario “Quello che resta” per sostenere il progetto di cura della malnutrizione infantile in Repubblica democratica del Congo: i fondi donati contribuiranno a salvare oltre 100 bambini tra gli 0 e i 5
di Redazione
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l rapper Gemitaiz (Davide de Luca), il produttore MACE (Simone Benussi) ed il regista Manuel Marini hanno donato i proventi derivanti dallo streaming del brano e videoclip “Bianco/Gospel” e dal noleggio del documentario “Quello che resta” (nel periodo compreso tra luglio 2020 e novembre 2022), per sostenere il progetto di cura della malnutrizione infantile in Repubblica democratica del Congo, realizzato da Coopi – Cooperazione Internazionale. I 16 mila euro raccolti contribuiranno a salvare oltre 100 bambini tra gli 0 e i 5 anni, permettendo all’organizzazione umanitaria presente nel Paese dal 1977, di sostenerne l’ospedalizzazione, le terapie mediche e la sorveglianza nutrizionale.
L’iniziativa nasce all’indomani del viaggio che Gemitaiz, MACE e Manuel Marini avevano effettuato in Mozambico nel gennaio del 2020. Racconta il rapper: «Non avevamo messo in conto che essendo un cantante, un producer e un regista, la passione per il nostro lavoro ci avrebbe travolti e costretti a creare qualcosa lì, con quell’energia, quei tramonti, quelle vibes. Abbiamo realizzato due pezzi e girato un videoclip per unirli. Ci siamo messi in testa che sarebbe stato bello documentare quel mondo e mostrare come aveva influenzato le nostre scelte artistiche sul momento».
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Da qui la decisione di trasformare l’esito artistico di quel viaggio in qualcosa in grado di generare del bene in Africa. Luis Sisto, area manager, sull’approccio di Coopi in Rdc: «Contrastiamo la malnutrizione in maniera integrata, assicurando servizi di salute materno-infantile, integrando elementi idrici e igienico-sanitari, rafforzando l’accesso fisico ed economico locale a cibo in quantità e qualità sufficienti. Per garantire l’efficacia e la sostenibilità», aggiunge, «i nostri interventi si basano su un approccio comunitario e partecipativo che prevede il coinvolgimento e il rafforzamento delle capacità delle principali istituzioni e strutture sanitarie, a livello nazionale e locale, e delle comunità stesse».
Nel 2021, Coopi ha realizzato 6 progetti di lotta alla malnutrizione in Congo che hanno permesso di aiutare 103.583 persone, tra bambini con meno di 5 anni, donne incinte e allattanti. Per la sua competenza, COOPI svolge il ruolo di co-facilitatore con UNICEF del “cluster” Nutrizione in Rdc e dunque contribuisce alla definizione e al monitoraggio della strategia di intervento umanitario comune alle ONG internazionali operanti nel Paese.
Claudio Ceravolo, medico e presidente di Coopi, aggiunge: «È attraverso una corretta alimentazione che un individuo si sviluppa bene, continua a crescere, diviene resistente alle malattie e le supera riuscendo a svolgere le sue attività quotidiane. Quando l’alimentazione è insufficiente, un individuo è malnutrito. Le stime internazionali suggeriscono che la malnutrizione può risultare un freno decisivo alla crescita economica. Dunque assicurare una nutrizione adeguata ai bambini è vitale per la loro sopravvivenza e per il loro sviluppo armonioso ma può certamente contribuire anche alla lotta contro la povertà e le ineguaglianze».
La Repubblica Democratica del Congo è uno degli Stati più grandi e più ricchi di risorse naturali del continente africano, ma i molteplici conflitti interni nel Paese hanno prodotto una crisi umanitaria complessa che alimenta insicurezza alimentare e nutrizionale.
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