Comitato editoriale
Italia una paese “anche” per orsi? WWF: è possibile
In un documentario la ricetta "salva-orso" del WWF. Grazie al progetto Life Artos realizzate recinzioni sugli Appennini che hanno ridotto di oltre l'80% i danni denunciati dagli agricoltori e allevatori che li hanno adottati.
Fare dell’Italia un paese anche per gli orsi? Non è impossibile. A dirlo è il WWF che sottolinea come questi animali siano di «elevatissimo valore per la biodiversità europea», ma per rendere effettivamente l’Italia un paese anche per gli orsi occorre « una vera rivoluzione nei sistemi di gestione della politica del danno e della stessa pratica zootecnica in alcuni territori».
Dopo il caso dell’orso M25 in Valtellina il WWF rilancia la sua ricetta “salva-orso”. Per l’associazione «gli episodi di aggressione al bestiame da parte dei grandi carnivori sono, purtroppo, il frutto di un conflitto non gestito né culturalmente né praticamente ed è grave che accada ancora oggi dato che le soluzioni per ridurre tutto ciò, già sperimentate positivamente, esistono. Tutelare gli orsi e contemporaneamente gli allevamenti anche in montagna si può, basta volere adottare sistemi conosciuti tra i quali la sorveglianza, i cani, le recinzioni».
E non è solo una bella teoria, ci sono dei numeri che parlano chiaramente. Come i circa 200 recinti elettrificati salva-orso installati fino ad ora nel solo Appennino grazie al progetto Life Arctos hanno ridotto di oltre l’80% i danni denunciati da parte di quegli agricoltori e allevatori che ne stanno facendo uso. Negli ultimi quattro anni grazie a questo progetto è stata realizzata una grande opera di prevenzione grazie agli oltre 500 recinti salva-orso tra le Alpi e gli Appennini. Le azioni sono raccontate anche dal documentario “Insieme per l’orso”, curato e realizzato dal WWF nell’ambito del progetto Life.
In una nota WWF sottolinea che i risultati ottenuti dalle attività del Progetto «dimostrano che la prevenzione con uso delle recinzioni, come l’uso di cani da guardiania e la sorveglianza delle greggi sono la strada da intraprendere per una sana e responsabile gestione del conflitto diretto con i grandi carnivori e che le politiche di indennizzo devono necessariamente tenerne conto».
Anche per questo l’associazione si augura che «questi dati rappresentino un incentivo per le comunità montane, comprese quelle della Valtellina dove l’orso M25 sta facendo crescere la protesta degli allevatori lombardi e per quelle istituzioni chiamate a gestire tutto ciò»
In Italia, come ovunque nel mondo, ricorda ancora il WWF, il conflitto tra grandi carnivori e attività umane, in particolare quelle zootecniche, costituisce la più importante ragione delle continue persecuzioni dell’uomo nei loro riguardi e rappresenta pertanto una delle principali, se non in alcuni casi la principale, minaccia per la conservazione di queste specie nel lungo periodo.
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