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Incidenti mortali sul lavoro, in 7 mesi +11,2%

Il Presidente nazionale Anmil Franco Bettoni commenta il tragico aumento delle morti bianche nella prima metà del 2015 e le tendenze del fenomeno infortunistico

di Redazione

Diminuiscono gli infortuni, ma aumentano in modo esponenziale i morti per incidenti sul lavoro. Dopo i dati diffusi pochi giorni fa dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, secondo cui si registra una media di oltre 90 vittime al mese e che ha parlato di piaga sociale conclamata, l’Anmil ha diffuso un comunicato con il commento del presidente dell’Associazione Franco Bettoni.

Dagli ultimi dati disponibili pubblicati mensilmente dall’Inail sul suo sito alla sezione “Open Data” e relativi al periodo 1° gennaio – 31 luglio 2015, infatti, si evidenzia un ulteriore rallentamento nel calo degli infortuni: nei primi sette mesi dell’anno si sono verificati circa 374.000 infortuni, in calo di 16.000 unità, per una flessione pari a -4,1%, ancora inferiore a quella dell’anno precedente.

Ma se il numero complessivo degli infortuni sul lavoro continua a mantenere comunque il suo storico trend decrescente, preoccupa la crescita delle morti per incidenti sul lavoro, di cui c’erano stati i primi segnali già nei mesi precedenti di quest’anno. I dati relativi al periodo gennaio-luglio 2015 mostrano, infatti, un incremento di ben l’11,2% delle denunce di infortuni mortali, con un incremento di 65 unità.

Siamo fortemente preoccupati per il tragico aumento delle morti sul lavoro quanto al calo degli infortuni che ci aspettavamo più significativo, dobbiamo comunque segnalare che sono sempre più numerose le segnalazioni di lavoratori che vengono "invitat" a non denunciare gli infortuni meno gravi o che comunque non danno luogo a disabilità permanenti attribuendone la causa ad altre motivazioni diverse dal lavoro. Altrimenti l’azienda si ritrova ad avere un’ispezione e a pagare un premio assicurativo più alto.

Dunque da questi ultimi dati, pur se da considerare ancora ufficiosi e provvisori, si possono trarre alcune indicazioni sulla tendenza della mortalità da lavoro nell’anno in corso. E sono indicazioni che non lasciano presagire nulla di buono. Se la stessa tendenza proseguirà, infatti, anche nei restanti mesi dell’anno, il 2015 si prospetta come l’anno che, dopo un decennio ininterrotto di contrazione delle morti sul lavoro, è destinato a segnare una preoccupante inversione di tendenza nell’andamento del fenomeno. Una situazione che nel nostro Paese non si verificava dal 2006.

Per quanto riguarda l’andamento delle morti sul lavoro nelle varie attività economiche, si evidenzia un netto calo in Agricoltura (-6,5%) e una crescita limitata nell’Industria manifatturiera (+2,0%); per gli altri principali settori di attività economica si registrano, invece, incrementi diffusi e percentualmente molto elevati: Trasporti +40,6%, Costruzioni +18% e Commercio +12,9%.

La più intensa crescita di morti sul lavoro si registra, dunque, proprio in quei settori ad alto rischio che più hanno sofferto della pesante crisi economica che ha attanagliato il Paese; evidentemente i timidi segnali di ripresa che ultimamente si stanno manifestando in questi stessi settori è da presumere che possano riflettersi negativamente in termini infortunistici sui lavoratori, che da sempre rappresentano l’anello più debole della catena produttiva.

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