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Inchiesta “Angeli e Demoni”: si nomini sempre l’avvocato dei minori

Secondo AiBi si dovrebbe prevederne la nomina obbligatoria dal momento in cui il minore viene per qualsiasi motivo a vivere delle difficoltà che necessitino di un intervento istituzionale sul nucleo familiare

di Redazione

Come si può garantire che il sistema di protezione dell'infanzia funzioni ancora? Come si può fare in modo che non tramonti la grande bellezza di quell’importante gesto di accoglienza che è l’affido? La risposta, Ai.Bi. – Amici dei Bambini ne è certa, rimanda alla necessità di nuove ed ulteriori tutele, che proteggano quell’essere indifeso che è il minore in maniera rigorosa e ferrea da qualsiasi possibile abuso, di qualsiasi natura. «Questo è il motivo per cui un’organizzazione come la nostra si sta battendo per una proposta, quella dell’Avvocato del Minore, che potrebbe finalmente portare a una piena attuazione delle normative vigenti in materia di affido», spiega Marco Griffini, il presidente.

«Serve indubbiamente – aggiunge la vicepresidente di Ai.Bi. e delegata politica proprio del Servizio Affido Cristina Riccardi – un maggior controllo sull’operato dei servizi e con un investimento di responsabilità forte su chi controlla. Con responsabilità vere per i servizi di tutela che non fanno il dovuto: penso anche alle prese in carico intempestive o agli abbandoni istituzionali ad affido iniziato. Ma anche con équipe di lavoro multidisciplinari pubblico-privato che curino il progetto d’affido anche sostenendo, e quindi valutando, le famiglie d’origine in modo che le decisioni non siano di singoli assistenti sociali. E poi, certo, c’è la nostra proposta di un avvocato del minore, che dovrebbe essere a disposizione del bambino nel momento stesso in cui questo affronta le prime difficoltà famigliari».

L'avvocato del minore non è il "semplice" avvocato del minore nel contesto di procedimenti di adottabilità: Ai.Bi. ritiene che dovrebbe prevedersi la nomina come obbligatoria dal momento in cui il minore viene per qualsiasi motivo a vivere delle difficoltà che necessitino di un intervento istituzionale sul nucleo familiare perché in linea astratta tutte le volte che il nucleo familiare ha bisogno di sostegno psicologico, anche temporaneo, dovrebbe avere anche un sostegno legale. «Questo – prosegue Griffini – tanto più se si considera che gli interessi del minore e quelli dei genitori sono spesso situazioni di conflitto di interesse, proprio in quelle situazioni che determinano necessità di sostegno o allontanamento anche temporaneo dei bambini e ragazzi dal nucleo familiare, oppure allontanamento dei genitori da casa. Il minorenne non può nominare un proprio avvocato, quindi deve essere la legge a prevederne la nomina. L'avvocato potrebbe e dovrebbe monitorare l'andamento del collocamento dei minorenni in affidamento familiare o in comunità familiari e studiare tutta la situazione pre-durante e post collocamento di ogni minore "fuori famiglia", così da promuovere ogni azione a protezione dei suoi interessi e diritti».

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