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Il Veneto chiude il progetto Tetto Azzurro

La nota dell'associazione: «Dal 2005 abbiamo preso in carico ogni anno in media 130 bambini vittime di violenza». Un know how che rischia di essere buttato via»

di Redazione

Telefono Azzurro – dopo anni di lavoro e ottimi risultati – è stato di fatto estromesso da un programma nato e sviluppato grazie al suo contributo e le conseguenze rischiano di ricadere, ancora una volta, su bambini e adolescenti del Veneto.

Il progetto in questione, denominato “Tetto Azzurro”, nasce nel 2005 come Centro Regionale di Cura e Protezione dei Bambini dei Ragazzi e delle Famiglie e si è occupato di accoglienza, diagnosi e  cura di bambini e adolescenti, italiani e stranieri, vittime di abuso e maltrattamento.

“SOS Telefono Azzurro – onlus”, forte di una precedente esperienza internazionale con la Yale University su un progetto analogo, da allora è incaricato dalla Regione Veneto alla sua gestione prendendosi in carico la tutela, la salvaguardia e la presa in cura dell’infanzia e dell’adolescenza da abusi e maltrattamenti. Una gestione che prevedeva la scelta dell’assegnazione di fondi proprio all’associazione vista la sua esperienza e la qualità del lavoro svolto durante l’ultra ventennale attività nel territorio, per le provincie di Treviso e Belluno.

Così ogni anno, dal 2005, grazie al progetto “Tetto Azzurro” l’Assocazione Telefono Azzurro ha preso in carico in media 130 bambini e adolescenti vittime di gravi forme di maltrattamento violenza o abuso raggiungendo risultati al di là delle aspettative, grazie a un’approfondita conoscenza del territorio, delle famiglie e dei bambini diventando un interlocutore di riferimento, come testimoniato dal pubblico encomio e ringraziamento ricevuto a più livelli per la grande efficacia e professionalità dimostrata.

Il lavoro di équipe garantito da TA in termini di qualità del lavoro e dell'intervento, andava ben oltre l’impiego di risorse professioniste direttamente coinvolte nel Centro, ma ha sempre mirato all’eccellenza di presenza sul territorio, di prevenzione e informazione, contando anche su una rete di qualificati professionisti ad ampio raggio a suo supporto.

Questo fino alla delibera regionale del 4 giugno 2013  ( Dgr. n° 901 del 04/06/2013) con la quale la Regione Veneto ha stabilito una riorganizzazione dei centri a seguito di un consistente taglio ai finanziamenti che ridurrà le strutture da cinque a due unità, una delle superstiti sarà proprio la struttura di Treviso, che secondo un primo disegno doveva rimanere sotto la gestione di TA, visti i risultati ed esperienza consolidata, seppur passando tramite l'ULSS.

Il nuovo bando dell'ULSS già avviato invece, prevede un piano di intervento più restrittivo e meno articolato, basato su numero esiguo di risorse, escludendo a tutti gli effetti Telefono Azzurro dal progetto che verrà gestito da due equipe interprovinciali facenti capo a ULSS, le quali  utilizzeranno procedure, e competenze proprie dell’associazione, maturate in questi anni grazie a un preciso progetto di investimenti in ricerca e pratica sul campo.

Telefono Azzurro è quindi ora in allarme per questa scelta che potrebbe avere conseguenze drammatiche:

  1. –    Una minore assistenza per minori e adolescenti vittime di violenza o abusi: a causa di un deciso calo dell’assistenza e un conseguente calo della presa in carico dei casi e una minore copertura territoriale del servizio
  2. –    Un diverso livello di supporto e gestione dei casi: la costituzione di un nuovo team da zero,  priva di fatto il servizio offerto della competenza ed esperienza che gli operatori del Tetto Azzurro di TA da sempre assicuravano