Comitato editoriale
Il Centro diagnostico compie 20 anni
Il 13 dicembre 1993, nel giorno di Santa Lucia, protettrice dei ciechi, la Lega del Filo d'Oro apriva a Osimo il suo Centro diagnostico: un luogo dove fare una valutazione completa e precoce della persona con disabilità psicosensoriali, come premessa per un percorso riabilitativo di successo
di Redazione

Il giorno non è stato scelto a caso: il 13 dicembre, festa di Santa Lucia, protettrice dei ciechi. Esattamente venti anni fa nasceva il centro Diagnostico della Lega del Filo d'Oro. Il primo utente ci entrò quel giorno, per mettere a punto una diagnosi utile a intervenire con un percorso riabilitativo mirato alle sue capacità. Da quel giorno ad oggi sono quasi 2.000 gli interventi effettuati da personale specializzato, psicologi, educatori, assistenti sociali e medici, con l’obiettivo di una valutazione globale della persona e di un intervento precoce sui bambini al di sotto dei 4 anni.
«La diagnosi è fondamentale», afferma Patrizia Ceccarani, direttore del Centro di Riabilitazione di Osimo, «perché valutando quelle che sono le abilità residue è possibile intervenire con un approccio terapeutico efficace e più la diagnosi è precoce, più si costituiscono le premesse al successo del processo riabilitativo».
Solo nel 2012 presso il Centro Diagnostico di Osimo, che è il riferimento per tutta Italia, sono stati erogati servizi a 108 persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali, di cui 32 bambini al di sotto dei 4 anni. Le cause delle minorazioni erano dovute nel 43% dei casi a sindromi, nel 30% a encefaliti, virus e altre patologie analoghe e nel 27% a nascite premature. Oltre il 30% presentava una quadrupla minorazione.
«Quando siamo arrivati la prima volta al Centro Diagnostico della Lega del Filo d’Oro – racconta Barbara, la mamma di Filippo che oggi ha 8 anni – la nostra vita è cambiata. Abbiamo subito percepito un grande rispetto per la nostra famiglia e per Filippo che, grazie all’attenzione degli operatori, è stato trattato prima di tutto come un bambino, non come una persona disabile».
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