Comitato editoriale Don Bosco 2000
I “Polli Beteya” arrivano in Gambia
Dopo il successo in Senegal, il progetto di cooperazione circolare dell'associazione salesiana, realizzato in collaborazione con altre realtà ispirate a Don Bosco, sbarca anche nell'altro paese africano per aiutare i giovani a rischio emigrazione avviando piccole imprese di allevamento
L’associazione Don Bosco 2000 espande il suo impegno in Africa con l’avvio del progetto Beteya Guinar anche in Gambia, dopo i risultati positivi ottenuti a Tambacounda, in Senegal. Grazie al sostegno della fondazione Opera Don Bosco di Milano e di Opera Don Bosco nel mondo, di Lugano, il progetto mira a promuovere sviluppo economico sostenibile e opportunità lavorative per i giovani africani.
Modello virtuoso
Beteya Guinar, che significa Polli Beteya, rappresenta una concreta risposta alla lotta contro la migrazione irregolare, proponendo una filiera integrata per l’allevamento e la distribuzione di polli. Il progetto si basa su un modello di cooperazione circolare: i giovani a rischio emigrazione ricevono formazione specifica, sviluppano competenze professionali e trovano un impiego stabile nelle loro comunità di origine.
Una nuova filiera
In Senegal, l’iniziativa ha coinvolto con successo tre giovani che, dopo un percorso di formazione in Italia, sono ora impegnati nella gestione della boutique inaugurata a Tambacounda.
Questo esempio virtuoso di autosufficienza economica e sociale ha spinto Don Bosco 2000 a replicare il modello anche in Gambia, dove il progetto prevede la creazione di una nuova filiera produttiva e distributiva.
Non da soli
Il presidente Agostino Sella ha dichiarato: «Siamo entusiasti di estendere il progetto in Gambia. L’obiettivo è costruire un sistema autosufficiente che offra prospettive concrete ai giovani, prevenendo le partenze forzate e favorendo lo sviluppo locale». L’iniziativa prevede inoltre il coinvolgimento di comunità locali per garantire l’accesso a prodotti alimentari di qualità, rafforzando il tessuto economico e sociale del territorio. Come già avvenuto in Senegal, verranno introdotte innovazioni tecnologiche, tra cui la catena del freddo e nuove modalità di vendita, per migliorare la qualità dei servizi offerti.
Cooperazione circolare
«Per noi il rapporto con le fondazioni salesiane è fondamentale per sostenere le attività in Africa. Siamo salesiani cooperatori, parte della famiglia salesiana a tutti gli effetti, e per questo desideriamo ringraziare profondamente le fondazioni di Lugano e quella di Milano, che ci permettono di realizzare progetti innovativi di cooperazione circolare. Grazie al loro supporto, possiamo continuare a costruire ponti di solidarietà e a promuovere un futuro migliore per le comunità che accompagniamo», ha concluso Agostino Sella. Il progetto Beteya Guinar è solo uno dei tanti tasselli dell’impegno dell’associazione Don Bosco 2000 nel continente africano, avviato nel 2016 e cresciuto grazie al contributo di partner internazionali e all’entusiasmo dei giovani coinvolti.
Foto in apertura e interne dall’Ufficio stampa Don Bosco 2000
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