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Giustizia mestruale: il manifesto per combattere tabù e pregiudizi sul ciclo

Dal chiamarle col proprio nome all’Iva allo 0% sui prodotti mestruali, il Manifesto chiede anche che la salute mestruale venga riconosciuta nel diritto alla salute perché tutte le sfide connesse a un’adeguata gestione del ciclo sono parte di un problema più grande e sistemico: «Le mestruazioni», scrive l'organizzazione, «non sono una questione personale, ma una questione di diritti umani e salute pubblica»

di Redazione

Ogni mese 1,8 miliardi di persone nel mondo, in media, hanno le mestruazioni e sono tante le discriminazioni che possono subire: perdere giorni di scuola o lavoro, sentire sminuito il dolore mestruale, disagio all’avvicinarci della menopausa, battute sull’umore ma anche mancanza di accesso a bagni sicuri, acqua e prodotti mestruali.

È per questo che WeWorld, organizzazione italiana indipendente impegnata da oltre 50 anni con progetti di cooperazione allo sviluppo e di aiuto umanitario per garantire i diritti a tutte le persone a partire dalle comunità più vulnerabili, promuove il Manifesto per la giustizia mestruale: sei punti per promuovere la giustizia mestruale in Italia e per scardinare i tabù e le discriminazioni legate al ciclo mestruale.

Dal chiamarle col proprio nome all’Iva allo 0% sui prodotti mestruali, il Manifesto chiede anche che la salute mestruale venga riconosciuta nel diritto alla salute perché tutte le sfide connesse a un’adeguata gestione del ciclo sono parte di un problema più grande e sistemico: le mestruazioni non sono una questione personale, ma una questione di diritti umani e salute pubblica.

I punti del manifesto

Chiamiamole con il loro nome. Quante volte hai sentito dire “ho le mie cose”? Il primo passo per rompere lo stigma è nominare e parlare di mestruazioni in maniera corretta, positiva e non-giudicante, così come di peri-menopausa e menopausa, senza usare eufemismi. Dobbiamo, però, rendere questa conversazione inclusiva: non solo chi ha le mestruazioni, tutt3, compresi gli uomini, dovrebbero parlarne.

–        Il ciclo mestruale non è un lusso: Iva 0%. La Tampon Tax (la tassa sui prodotti mestruali) è un’ingiustizia che colpisce tutte le persone con ciclo mestruale. WeWorld sostiene da tempo l’abolizione dell’Iva e la gratuità dei prodotti mestruali, con la campagna #FermaLaTamponTax. 

–        Prodotti mestruali gratuiti in tutte le scuole ed edifici pubblici. Avere prodotti mestruali gratuiti e disponibili per chiunque è una questione di salute pubblica e di diritti umani, che permette di combattere la povertà mestruale e vivere le mestruazioni con dignità. Per questo dovrebbero essere disponibili in scuole, presidi comunali, uffici postali e altri luoghi pubblici.

–        Educazione sessuo-affettiva nelle scuole. Non può esserci giustizia mestruale senza corretta informazione e consapevolezza di sé e del proprio corpo. Un’educazione completa di tutti gli aspetti cognitivi, emotivi, fisici e sociali della salute sessuale e riproduttiva, compresa quella mestruale è un intervento preventivo fondamentale. Per prendere decisioni consapevoli sui propri corpi, sviluppare relazioni sociali e sessuali rispettose e assicurare la giustizia mestruale, si passa da qui.

–        Prendiamoci cura. La nostra salute mestruale ci dice tanto della nostra salute complessiva, per questo è importante prendersene cura e monitorare eventuali anomalie. Molte persone, però, vivono dolori invalidanti. Per questo, chiediamo di inserire la sindrome premestruale e le altre patologie legate al ciclo mestruale tra i Livelli essenziali di assistenza (LEA), in modo che la loro cura sia garantita dal Servizio Sanitario Nazionale, come fatto per l’endometriosi.

–        Congedo mestruale. Questa forma di congedo concede alla persona con mestruazioni la possibilità di prendere ferie o di usufruire di giorni di malattia extra e retribuiti dal proprio impiego e/o lavorare in maniera flessibile. Diversi paesi, come Spagna, Giappone, Korea del Sud, lo hanno già adottato, mostrando come i luoghi di lavoro possano riconoscere e validare le diverse esigenze ed esperienze delle persone che hanno le mestruazioni.

«Quello che serve è adottare un’ottica di giustizia mestruale. Quando c’è giustizia mestruale tutte le persone che hanno le mestruazioni possono accedere ai prodotti mestruali che desiderano, sono libere di decidere per il proprio corpo, ricevono adeguate informazioni, possono vivere il proprio ciclo mestruale libere da stigma e da disagio psicologico e non sono limitate nella partecipazione alla vita sociale», spiega Martina Albini, responsabile del Centro Studi di WeWorld. «Il nostro paese deve dotarsi di un’agenda per la giustizia mestruale perché le mestruazioni non sono solo una questione personale, ma una questione di diritti umani e salute pubblica. Per questo abbiamo lanciato un Manifesto con le nostre 6 proposte per garantire una maggiore giustizia mestruale».

Dall’abbattimento di stigma e tabù su mestruazioni e menopausa, all’introduzione dell’educazione alla sessualità e all’affettività nelle scuole e del congedo mestruale (anche al lavoro), il manifesto è un primo passo per portare al centro le persone che hanno le mestruazioni, creando consapevolezza su tutti i diritti connessi alla salute mestruale e dando vita a un movimento che possa creare dei cambiamenti concreti, per garantire i diritti mestruali a tutte le persone. 

Cosa significa giustizia mestruale

Quello della giustizia mestruale è un concetto strettamente legato a quello della povertà mestruale. La povertà mestruale non riguarda solo tutte quelle persone che non hanno accesso, per diverse ragioni, ai prodotti mestruali (assorbenti, tamponi, coppette, ecc), all’acqua, a spazi e strutture adatte a gestire le mestruazioni. Ma non è solo una questione di costi: anche non ricevere informazioni adeguate rispetto alla gestione del proprio ciclo mestruale, il non poter scegliere liberamente per il proprio corpo, il persistere di tabù e stereotipi sull’argomento, il dover rinunciare a praticare sport, a uscire, a partecipare a occasioni sociali per vergogna o imbarazzo sono tutte manifestazioni di povertà mestruale. Per combattere la povertà mestruale è necessario adottare un’ottica di giustizia mestruale. Quando c’è giustizia mestruale tutte le persone che hanno le mestruazioni possono accedere ai prodotti mestruali che desiderano, sono libere di decidere per il proprio corpo, ricevono adeguate informazioni, possono vivere il proprio ciclo mestruale libere da stigma e da disagio psicologico e non sono limitate nella partecipazione alla vita sociale. Oggi, invece, ancora troppe persone sono oppresse e marginalizzate solamente perché hanno le mestruazioni. Garantire la giustizia mestruale significa, quindi, riportare al centro le mestruazioni e le persone che le hanno.

L’impegno di WeWorld in Italia e nel mondo

In Italia WeWorld ha sempre sostenuto l’eliminazione della Tampon Tax, la tassa sui prodotti mestruali come assorbenti, tamponi, coppette. Con la nuova legge di Bilancio 2024, la tassa è stata riportata al 10% dopo una riduzione al 5% nel 2022. È una vera e propria forma di discriminazione che colpisce le persone con un ciclo mestruale; a tutti gli effetti una violazione della giustizia sessuale e riproduttiva. La Tampon Tax e tutte le sfide legate a un’adeguata gestione della salute mestruale sono parte di un problema più grande e sistemico: quello della povertà mestruale (period poverty). Nel mondo l’organizzazione lavora per salvaguardare la salute mestruale e riportare al centro le persone che hanno le mestruazioni, promuovendo al tempo stesso una narrazione più aperta, positiva e non giudicante. Gli effetti dello stigma legato alle mestruazioni non sono solamente sociali, ma anche economici e materiali. Le difficoltà di accesso a infrastrutture igieniche adeguate, compresi servizi igienico-sanitari sicuri, privati e accessibili, dotati di acqua e sapone, dove le persone possono cambiarsi o smaltire i prodotti per l’igiene mestruale, rappresentano ancora oggi un bisogno diffuso su vasta scala.  Nel 2023, l’organizzazione ha pubblicato il rapporto “WE CARE. Atlante della salute sessuale, riproduttiva, materna, infantile e adolescenziale nel mondo”, nato per valutare se la giustizia sessuale e riproduttiva di donne e bambine venga promossa e garantita in Italia e nel mondo.

WeWorld lavora al fianco delle persone nei tanti Paesi in cui interviene, come in Kenya, Tanzania e Nicaragua, promuovendo corsi di gestione dell’igiene mestruale nelle scuole e nelle comunità. Questi corsi rappresentano occasioni essenziali per lo sviluppo e la crescita delle bambine, che qui imparano a conoscere il proprio corpo e le proprie esigenze e, di conseguenza, a prendere decisioni libere e informate. Ma lo sono anche per i bambini e gli uomini delle comunità: combattere stigma e tabù richiede uno sforzo congiunto, un cambio di mentalità che deve toccare ogni individuo, in particolare chi le mestruazioni non le vive quotidianamente.

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