Comitato editoriale

Giovani volontari crescono

Crocevia del volontariato internazionale, l'istituto di Cesano Boscone ospita ragazzi in arrivo da tre continenti grazie alla collaborazione con il network Aiesec che impiega volontari da tutto il mondo. E diventa anche un modello di cura studiato nelle università americane

di Marina Moioli

Il volontariato come occasione di crescita educativa. Succede a Cesano Boscone, dove la Fondazione Sacra Famiglia ha siglato una partnership con AIESEC, network globale fondato in Belgio che si occupa di progetti di volontariato internazionale, volta a coinvolgere attivamente giovani volontari provenienti da ogni parte del mondo. Il primo turno di volontari arrivati da Paesi di 3 continenti (Romania, Russia, Egitto, Germania, Portogallo e Colombia) è arrivato il 10 giugno: i ragazzi fanno parte dei “Help to help”, l’iniziativa di Aiesec Italia che mira alla sensibilizzazione e allo svolgimento di attività concrete rispetto alle pari opportunità e al supporto per anziani e persone con disabilità di qualunque tipo. I giovani sono in totale otto e prestano la loro opera per sei settimane sia a Cesano Boscone, sede principale di Sacra Famiglia, sia ad Andora (SV) dove gli ospiti trascorrono come ogni anno i soggiorni estivi.

Oltre a questa collaborazione resta viva quella con le università milanesi, in particolare con l’Università Cattolica di Milano che, nell’ambito dei Customized Programs, propone progetti di scambio internazionale per consentire a studenti di atenei stranieri di frequentare corsi e approfondire temi di interesse attraverso visite guidate in realtà significative del territorio, come Sacra Famiglia. Lo scorso mese di maggio sono infatti arrivati i ragazzi dell’University of Kansas School per studiare la struttura come modello di cura delle persone più fragili, anziani e disabili.

«Si può dire che Sacra Famiglia è nata proprio grazie al volontariato, visto che il fondatore, 123 anni fa, è partito coinvolgendo 3 o 4 persone. Nel tempo il volontariato ha assunto sfaccettature diverse e da alcuni anni si è cercato di dare a questo settore, che per noi è strategico, una struttura stabile. Importante è anche sottolineare che non viene curato da una associazione a sé stante, ma viene direttamente gestito dalla Fondazione. Le linee comuni sono le stesse, ma i circa 1.200 volontari si impegnano attraverso modalità molto diverse. Dai singoli adulti che sono andati in pensione e vogliono rendersi utili per finire con i giovani che scelgono il servizio civile. Ogni volontario segue un progetto specifico e sa perfettamente qual è il suo compito. La cosa più importante è che con gli ospiti si crea un legame e il volontario diventa per ciascuno un punto di riferimento», commenta Guglielmo Fustella, Responsabile del Servizio Volontariato. «I volontari rappresentano una risorsa fondamentale per la Fondazione. L’attività che svolgono è di vitale importanza per gli ospiti che ritrovano in loro amicizia e conforto; una carezza, una passeggiata insieme, la Santa Messa, sono gesti semplici ma di grande valore» continua Fustella. «Ogni anno i volontari aumentano sempre di più, ad oggi ogni tre ospiti abbiamo un volontario che dona il suo tempo; siamo tanti sì, ma non abbastanza. L’apertura all’internazionalizzazione è un bel segnale positivo e ci auguriamo che qualcuno di loro si fermi qui da noi».

Ragazzi da tutto il mondo, ma anche dal territorio circostante. Sono tante infatti le formule con cui si può diventare volontari in Fondazione Sacra Famiglia. A partire dai più piccolini del Summer Green, un progetto estivo dedicato agli adolescenti dai 14 anni in su che è arrivato al settimo anno, al Servizio Civile Nazionale, all’alternanza scuola-lavoro, ma anche a esperienze aziendali. A fianco di queste proposte restano le tipologie più classiche: volontariato singolo o di gruppo, oltre alle numerose Associazioni, oratori e scuole che prestano il tempo e il loro aiuto.

«La cosa più importante, che caratterizza tutte le varie esperienze, è l'incontro con la fragilità», conclude Fustella. «In particolare, il Summer Green vede coinvolti i figli dei dipendenti che dedicano da 1 a 4 settimane estive all'assistenza ai nostri ospiti. Questo per noi è un grande risultato, anche dal punto di vista formativo. Un modo sereno, sincero, di stare insieme di credere nei nostri valori fondanti. Il volontariato giovanile sta crescendo e questo mi sembra importante perché crea un legame che rimane nel tempo. I momenti più belli sono quando i giovani e gli ospiti stanno insieme. Si crea un incontro di "sorrisi". Inoltre è importante sottolineare come l'incontro con la fragilità obblighi questi ragazzi a vedere le cose in un modo diverso. A "pensare" in un modo diverso. Qui i ragazzi possono fare un bagno di realtà e si trovano a contatto con il limite. Per loro si tratta di un'occasione di crescita e per i nostri ospiti è un bellissimo momento di relazione con i giovani».

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