Comitato editoriale Uildm

Duchenne: nuovo appello di pazienti e clinici

"Per queste malattie servono nuova prospettiva e protocolli specifici". Le associazioni e i clinici scrivono una lettera per chiedere che il farmaco ataluren, unica soluzione terapeutica per la distrofia di Duchenne con mutazione nonsenso, continui a essere autorizzato nell'Unione europea, nonostante il parere negativo del Comitato per i medicinali a uso umano dell'Ema

di Redazione

La battaglia continua e questa volta la mossa è delle associazioni di pazienti Parent Project aps, Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare Uildm, Federazione Italiana Malattie Rare Uniamo che, con Eugenio Mercuri, principal investigator del registro Stride (studio internazionale, osservazionale, post-approvazione richiesto dalle autorità regolatorie per la valutazione post-marketing dell’uso di ataluren) e Giacomo Pietro Comi, presidente dell’Associazione Italiana di Miologia Aim, hanno indirizzato una nuova lettera al Comitato per i medicinali a uso umano Chmp dell’Agenzia europea del farmaco Ema per chiedere il riesame della decisione relativa al farmaco Translarna™ (ataluren).

A fine giugno il Chmp aveva raccomandato di non rinnovare l’autorizzazione condizionata all’immissione in commercio di questo farmaco per il trattamento della distrofia muscolare di Duchenne, l’unico disponibile per i pazienti con mutazione nonsenso, sollevando la preoccupazione di centinaia di pazienti e famiglie in tutta Europa, che non possono più beneficiare di un farmaco che da anni è l’unica soluzione di trattamento per la distrofia di Duchenne con mutazione nonsense (nmDMD). Qui, le tappe di questa vicenda.

Secondo la comunità scientifica, si legge in una nota diffusa oggi dalle associazioni, «dopo anni di utilizzo, Translarna™ è un farmaco con un elevato profilo di sicurezza, facile da usare nei bambini per la modalità di somministrazione, che consente un rallentamento della progressione della patologia ampiamente documentato nel registro Stride». E ancora: «Nonostante gli endpoint primari non siano stati raggiunti dal punto di vista statistico, tutti i risultati mostrano una differenza tra i bambini trattati e quelli non trattati in maniera consistente in tutti gli studi effettuati. Questo risultato, che appare modesto nella durata breve degli studi clinici, emerge in maniera più evidente nei dati a lungo termine raccolti dal registro STRIDE mostrando un più chiaro miglioramento di qualità di vita attraverso un rallentamento degli effetti più nefasti della patologia».

Per questi motivi, le associazioni continuano a chiedere, al fianco della comunità DMD, di riesaminare la decisione per non privare i piccoli e giovani pazienti di un farmaco che ha mostrato di migliorarne sensibilmente la qualità di vita: «Riconosciamo e rispettiamo il rigoroso lavoro del Chmp, ma chiediamo che la questione di Translarna sia rimessa in agenda, perché riteniamo che patologie rare come la distrofia di Duchenne abbiano necessità di un cambio di prospettiva e di protocolli specifici che tengano presente i criteri differenti e nuovi rispetto a patologie che rientrano in standard già definiti», dichiarano le associazioni e i clinici. Se la raccomandazione del Chmp sarà confermata dalla Commissione Europea, il farmaco non sarà più autorizzato nell’Unione europea.

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