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Donne, non scoraggiatevi: abbiamo tante possibilità, nonostante la disabilità

In Italia sono oltre 122 mila le donne sordocieche, il 64,8% delle 189mila persone affette da problematiche relative sia alla vista che all’udito. Le storie di Nadia, Simona e Manuela, seguite dalla Lega del Filo d'Oro, raccontano di uno straordinario coraggio

di Redazione

In Italia sono oltre 122 mila le donne con problematiche relative sia alla vista che all’udito: sordocieche, per dirla con un termine diretto. Rappresentano il 64,8% delle 189mila persone affette da problematiche relative sia alla vista che all’udito presenti in Italia, secondo una recente ricerca dell’Istat in materia.

In occasione della giornata dell’8 marzo, la Lega del Filo d’Oro vuole celebrare il coraggio di tutte queste donne che non si arrendono di fronte alle loro gravi disabilità e rivendicano il loro diritto a partecipare attivamente alla vita sociale. «Tra le persone seguite dalla Lega del Filo d’Oro, ci sono molte donne coraggiose e tenaci, protagoniste spesso di percorsi riabilitativi lunghi e complessi, ma che mostrano sempre una forza straordinaria, non arrendendosi mai alle gravi disabilità dalle quali sono affette. Donne come Simona, Nadia e Manuela», dice Rossano Bartoli, Segretario Generale della Lega del Filo d’Oro.

Simona ha 48 anni, la sindrome di Usher – una malattia rara congenita che causa una disabilità uditiva e la successiva perdita della vista – e un’infiammazione mielitica simile alla sclerosi multipla: «All’inizio l’ho vissuta con grande vergogna la mia disabilità, poi ho imparato ad accettarla, riuscendo anche a superare tutti i miei problemi quotidiani», racconta. «Nel momento più difficile della mia vita, dopo la scomparsa improvvisa di mio padre, ho deciso di prendere in mano la mia situazione per cercare di risolverla, e questo mi ha portato a conoscere la Lega del Filo d’Oro ed a intraprendere un percorso riabilitativo ed umano che mi ha arricchito tantissimo».

Anche Nadia, 60 anni, che oggi vive sola aiutata da una badante, non nasconde le difficoltà che ha incontrato lungo la sua strada: «Essere sordocieca è stato un grande ostacolo per me, spesso anche a causa dell’indifferenza delle altre persone. In passato, per questo motivo, ho attraversato una crisi depressiva, ma poi sono riuscita a superarla. E oggi sorrido alla vita e lotto ogni giorno nonostante i problemi che incontro».

«Io credo che in genere noi donne – sottolinea Manuela, 42 anni – abbiamo una forza enorme e sappiamo trovare sempre le risorse per affrontare i problemi che la vita ci pone. Non nascondo che a volte è difficile accettare la malattia e la frustrazione che ne consegue, ma alla Lega del Filo d’Oro, grazie anche agli altri sordociechi, ho imparato ad non arrendermi mai. Anzi, adesso sento il bisogno di rendermi utile offrendo alle ragazze giovani la mia esperienza: voglio che non si scoraggino perché, nonostante le disabilità, le possibilità che abbiamo davanti sono tante, anche per noi».

La Lega del Filo d’Oro da oltre 50 anni rappresenta un punto di riferimento per l’assistenza, la riabilitazione e il reinserimento nella famiglia e nella società delle persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali. Anche alla sua origine c’è una donna, straordinaria: Sabina Santilli. La Lega del Filo d’Oro nacque dalla caparbia volontà di questa coraggiosa donna, sordocieca dall’età di sette anni, che riuscì per prima a dare voce alle esigenze e ai diritti dei sordociechi, fondando nel 1964 l’Associazione di cui lei stessa scelse il nome. Proprio quest’anno, a maggio, si celebreranno i 100 anni dalla nascita di Sabina.