Comitato editoriale
Decreto rilancio: lascia indietro chi non era garantito prima della crisi
"Il Governo sembra ancora aver dato meno attenzione a chi ha perso un lavoro non regolare. Chi non era tutelato anche prima dell’emergenza rimane ai margini dell’interesse dello Stato"
di Redazione
«Siamo profondamente delusi dal risultato che sembra emergere dal Decreto Rilancio Italia. Oltre a un pesante ritardo nella definizione di misure di emergenza, che probabilmente ha prodotto la chiusura di molte attività e ha spinto ancor più verso l’illegalità ampie fasce di popolazione, ci sembra che gli ultimi, gli “invisibili”, non abbiano trovato una una degna rappresentanza da parte delle forze politiche nel negoziato infinito che ha prodotto questo nuovo decreto», dichiara Marco De Ponte, Segretario Generale di ActionAid.
Fin dal giorno dell’emanazione del “Cura Italia” Actionaid ha avuto modo di rilevare, da sola o in coalizione con altri soggetti civici, come ampie fasce di popolazione che vivono in Italia, fossero dimenticate nei fatti dallo Stato, nonostante le continue dichiarazioni del Presidente del Consiglio in merito al fatto che nessuno sarebbe stato lasciato indietro.
«Le forze politiche di maggioranza – continua De Ponte – avevano l’opportunità di dimostrare di credere in un civismo organizzato da far sedere al tavolo delle decisioni e questa occasione è andata perduta in un negoziato incapace di tenere conto di gran parte degli input puntuali della società civile. Durante le ultime settimane, abbiamo contribuito a produrre suggerimenti specifici fino nei testi quando le bozze sono state rese disponibili. In particolare abbiamo avanzato proposte insieme al Forum Disuguaglianze e all’ASviS per fronteggiare immediatamente la caduta di reddito di milioni di persone ed insieme all’Alleanza contro la Povertà per adattare al meglio lo strumento esistente del Reddito di Cittadinanza. Abbiamo fatto conoscere assieme ad altri o da soli cosa riteniamo utile fare per i cittadini di origine straniera e le donne vittime di violenza, così come abbiamo chiesto chiarezza sul ruolo delle ONG nella cooperazione internazionale. Il Governo sembra ancora aver dato meno attenzione a chi ha perso un lavoro non regolare o a chi è costretto ad affidarsi alla rete familiare ed a quella parte della società civile che si impegna nel fare proposte, sulla base dell’esperienza sul territorio. Chi non era tutelato anche prima dell’emergenza rimane ai margini dell’interesse dello Stato».
ActionAid si è attivata da subito a richiedere l’accesso a forme di tutela per gli stranieri non residenti, impiegati irregolarmente. «Se il provvedimento dovesse essere in linea con le ultime bozze – continua De Ponte – la regolarizzazione predisposta riguarderà soltanto alcuni specifici settori produttivi, sarà esigibile solo per un periodo circoscritto e i permessi rilasciati avranno una durata limitata. Un provvedimento di regolarizzazione strettamente legato – per l’ottenimento di un titolo di soggiorno provvisorio e/o per la sua futura conversione in un permesso più stabile – alla disponibilità di un lavoro è destinato ad avere un impatto estremamente temporaneo e parziale. Inoltre riteniamo che l’affermazione del principio dell’utilità economica come criterio generale per valutare l’accesso ai diritti e per la progettazione degli assetti normativi sia inaccettabile: tale impostazione va efficacemente contrastata sul piano politico, culturale, sociale».
ActionAid si riserva di elaborare posizioni in merito al testo effettivamente emanato in vista dei lavori parlamentari.
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