Comitato editoriale

Dalla cioccolata alla maratona, per aiutare i sordociechi

In 101 domenica correrranno la Milano City Marathon a sostegno della Lega del Filo d'Oro. Fra loro c'è anche Alessandra. Ecco come vive la vigilia della corsa

di Sara De Carli

Domenica è stato il giorno delle prove generali, ognuno ha corso i dieci km della propria tappa e… «ce la possiamo fare! Siamo stravolti ma sopravvissuti», ha scritto agli amici. Poi martedì l’ultimo allenamento. Alessandra lavora all’Ufficio comunicazione e raccolta fondi della Lega del Filo d’Oro e domenica  6 aprile insieme ad altri amici correrà la Milano City Marathon (versione staffetta) con il pettorale dalla Lega del Filo d’Oro, in nome di chi non vede e non sente.

«Non sono una sportiva, alla corsa ho sempre preferito la cioccolata. L’anno scorso alcuni colleghi hanno corso la Milano City Marathon per la Lega del Filo d’Oro e l’idea mi si è infilata nella testa. Ho coinvolto mio marito e alcuni amici, nessuno è particolarmente sportivo: corriamo solo perché vogliamo che ogni nostro passo sia un sorriso in più per un bambino sordocieco. Vi giuro che non è retorica, ma pura verità: il lavoro quotidiano dei nostri operatori cambia la vita dei nostri bambini e dei loro genitori», dice Alessandra.

Ci ha messo un anno a prepararsi, «è stato divertente vedere lo stupore degli amici che assistevano alla “trasformazione”». È stata lei a promuovere anche la pagina di raccolta fondi legata alle loro due squadre, che in questi giorni ha già raccolto 600 euro di donazioni a sostegno della Lega del Filo d’Oro e delle sue attività riabilitative. «Insieme a noi correranno per la Lega del Filo d’Oro altre sei squadre dell’Atletica Bracacini di Osimo, che da molti anni è vicina alla Lega del Filo d’Oro. Loro puntano al podio, visto che una squadra l’anno scorso è arrivata quarta». Con i 68 iscritti alla maratona fanno 101 runner in pista per la Lega del Filo d’Oro, una bella carica.

Il Charity Program della Milano City Marathon vede un lungo elenco di onlus sostenute dai runner, che destinano in beneficenza una parte della quota di iscrizione, corrono con il logo dell’associazione scelta sul pettorale, dandole quindi visibilità e che spesso si sono trasformati in personal fundraiser, promuovendo una raccolta fondi tra i propri contatti.