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Bike Challenge: la Gran Fondo benefica

Esordirà nel maggio 2013 la manifestazione ciclistica, patrocinata dalla Federazione ciclistica italiana, due giorni sulle due ruote per sostenere le attività di Dynamo Camp a favore di bambini e ragazzi

di Antonietta Nembri

Una Gran Fondo di ciclismo (200 km in due giorni), un percorso tecnico e impegnativo, nella cornice dell’Appennino Toscano: è la prima Bike Challenge per Diynamo Camp. Una corsa ideata per raccogliere fondi a favore dell’associazione Dynamo Camp onlus che quest’anno ha accolto 1.067 bambini e ragazzi affetti da patologie gravi e croniche facendo loro sperimentare la Terapia Ricreativa. L’evento sportivo ha il patrocinio della Federazione ciclistica italiana e la sua presentazione non poteva che essere nella sede del Coni, a Milano, con il presidente della Fci Renato Di Rocco accanto al presidente e fondatore di Dynamo Camp Vincenzo Manes.

Come Dynamo ha preso spunto una decina di anni fa dal modello americano fondato da Paul Newman (l'associazione italiana è affiliata al SeriousFun Children's Network) anche questa Bike Challenge si è ispirata a un evento oltreoceno «alla Pan Massachusets Challenge che lo scorso anno ha raccolto 36 milioni di dollari in tre giorni» ha spiegato Manes sottolineando come il mix ciclismo, natura e bambini fosse un’opportunità da cogliere. La Pan Massachusets Challenge, nata nel 1980 è oggi l’appuntamento sportivo di fundraising di maggior successo nel Nord America. In Italia si inizierà l’anno prossimo tra il 25 e il 26 maggio, ma il conto alla rovescia è già iniziato. «Dynamo Camp, dalla sua concezione, ha rappresentato la sfida di realizzare un progetto per dare fiducia e speranza a bambini gravemente malati e alle loro famiglie. Bike Challenge mantiene lo spirito della fondazione di Dynamo e incoraggia la capacità di mettersi in gioco di individui appassionati che potranno partecipare alla gran fondo e contemporaneamente diventare promotori di raccolta fondi per Dynamo Camp», ha aggiunto Manes

Serena Porcari, vicepresidente di Dynamo Camp nell’illustrare le diverse attività che vengono svolte durante i soggiorni dei ragazzi a Limestre,  Oasi affiliata al WWF, lo sport, i giochi, i laboratori (Radio Dynamo, i Dynamo Studios e l’Art Factory), ha sottolineato come i bambini e i ragazzi siano accolti gratuitamente, mentre tra lo staff fisso e stagionale arrivi a circa 60 persone «Ogni anno servono 3 milioni di euro che vanno raccolti» ha detto Porcari. Ed ecco la Bike Challenge che punta alla grande comunità dei ciclisti e dei cicloamatori, trasformando ogni sportivo partecipante in un fundraiser.

Il 92% dei ciclisti, ha ricordato per parte sua Alberto Acciari, «pensa che il ciclismo sia adatto a scopi sociali». Insomma l’obiettivo è quello di far sì che ogni ciclista che si iscrive alla Gran Fondo diventi un promoter dell’iniziativa di raccolta fondi: con 200 euro si regala una giornata di vacanza al Camp a un bambino, con 1500 un’intera campership a Dynamo Camp. È già online la pagina dedicata alla Bike Challenge per Dynamo Camp che sarà implementata nelle prossime settimane.

La manifestazione prevede quindi una Gran fondo in due tappe. La prima Firenze Limestre di 110 km che nel primo tratto seguirà il percorso dei campionati del mondo di ciclismo su strada del 2013, la seconda un anello Limestre – Limestre ( tre percorsi da poter scegliere di 94 – 57 e 33 km). Abbinata anche, domenica 26 maggio, una gara di mountain bike giovanile (ragazzi tra i 7 e i 14) inserita nella settima edizione del Trofeo “Rampichino”.

«Il ciclismo è inclusivo e solidale per natura. Soprattutto verso le disabilità giovanili stiamo portando avanti esperienze d'avanguardia in campo sportivo» ha ricordato il presidete della Fci, Di Rocco. «Sono stato il primo a chiedere al comitato paralimpico l'integrazione degli atleti alla nostra famiglia. Bike Challenge per Dynamo Camp è un altro esempio straordinario di come lo sport riesca ad abbattere tutte le barriere»
Alla Bike Challenge hanno già aderito campioni come Gianni Bugno, Jury Chechi, Antonio Rossi, Stefano Baldini, Michele Bartoli, giornalisti come Giovanni Bruno, che saranno i capitani delle costituende squadre di corridori, donatori.
 

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