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Bettoni: «Preoccupa l’aumento dei morti sul lavoro»

Il presidente Anmil commenta i dati del Rapporto annuale 2014 Inail sottolineando l'arresto del calo infortunistico e la pericolosa crescita delle malattie professionali

di Redazione

«Non può che confortarci l’attenzione istituzionale verso la presentazione del Rapporto annuale 2014 Inail alla quale sono intervenuti il Ministro del Lavoro Poletti e il Presidente della Commissione Affari Sociali della Camera dei deputati Pierpaolo Vargiu che ha introdotto la relazione del Presidente Inail De Felice; ma oltre a plaudire l’importante lavoro di rilevazione svolto dall’Istituto, dobbiamo segnalare la nostra preoccupazione sia per il calo degli infortuni che ci aspettavamo più significativo che per quelli mortali», afferma il Presidente dell’Anmil Franco Bettoni.

«Non si tratta di vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto», spiega il Presidente dell’Associazione che raccoglie oltre 400mila vittime del lavoro», ma di leggere con attenzione e spirito costruttivo informazioni preziose che, purtroppo, lasciano trasparire che la sicurezza sul lavoro non rappresenta una priorità per l’economia di un paese come il nostro, che fatica ad uscire dalla crisi e non vede nella prevenzione un obiettivo strategico. Basti pensare al solo corrispettivo in termini economici del fatto che gli infortuni sul lavoro, lo scorso anno, hanno causato circa 11 milioni di giornate di assenza dal lavoro per inabilità, con una media di 82 giorni per gli infortuni con menomazioni permanenti e di circa 20 giorni in assenza di menomazioni».

«Alla riflessione odierna, che è comunque riferita ad un’analisi sullo scorso anno», aggiunge Bettoni, «sentiamo di sottolineare la nostra preoccupazione su dati Inail invece più recenti, quelli della sezione statistica ‘Open Data’, relativi agli infortuni denunciati nei primi 5 mesi del 2015 i quali, seppure sono da considerare ancora provvisori, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente non lasciano presagire nulla di buono».

«Tra il 1° gennaio e il 31 maggio 2015 si sono verificati circa 265mila infortuni, con un calo di sole 15mila unità rispetto ai 280mila dello stesso periodo del 2014, la situazione si aggrava guardando i dati relativi ai morti per incidenti sul lavoro che mostrano un sensibile incremento delle denunce passate dai 358 casi dei primi 5 mesi 2014 ai 388 del 2015, dunque con un aumento di 30 casi corrispondente a +8,4%. In pratica, una tendenza che se proseguirà, dopo un decennio ininterrotto di contrazione delle morti sul lavoro, vedrà l’anno in corso destinato a segnare una preoccupante inversione di tendenza nell’andamento del fenomeno come non si verificava dal 2006», continua Bettoni.

«E parlando di dati negativi non possono che essere letti in un unico modo i numeri riguardanti alla crescita delle malattie professionali che nel 2014 sono aumentate di ben 5.600 unità, passando dalle 51.800 patologie denunciate nel 2013 alle 57.400 del 2014 (+10,7%) », puntualizza, «ma in complesso dovrebbe allarmare tutti il dato sui lavoratori deceduti sempre nel 2014 con riconoscimento di malattia professionale che sono stati 1.488: un numero impressionante ma che normalmente non trova l’attenzione mediatica che la gravità del caso richiederebbe».