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#bambiniaMilano: giornata di studio per i 25 anni di Arché

In occasione dei suoi 25 anni (10 maggio 1991), Fondazione Arché chiama Milano a una giornata di studio sulla condizione dei bambini e degli adolescenti in città e consegnare alla prossima amministrazione alcune linee programmatiche per il rinnovamento delle politiche sociali

di Redazione

10 maggio 1991 – 14 maggio 2016: sono passati venticinque anni da quando l’associazione Arché nacque ufficialmente e Fondazione Arché – che oggi conta 30 operatori, 120 volontari e migliaia di sostenitori – li celebra con una Giornata di Studio dal titolo “#bambiniamilano”. L’appuntamento (abbiamo pubblicato su Vita il dialogo preparatorio fra Giuseppe Bettoni e il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia) è per sabato 14 maggio 2016, dalle ore 9.30 al Pavilion UniCredit di piazza Gae Aulenti, in collaborazione con Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Save the Children Italia Onlus. La giornata di studio, con la valorizzazione del “Primo rapporto statistico sull’infanzia e l’adolescenza a Milano” prodotto da MeglioMilano, in collaborazione con l’Unicef, sarà l’occasione per consegnare alla nuova amministrazione comunale, chiamata a governare la città dal 2016, alcune linee programmatiche di attenzione e di rinnovamento delle politiche sociali.

«C’è una coincidenza curiosa», spiega padre Bettoni: «25 anni fa, quando nasceva Arché, l’Italia ratificava la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. È una coincidenza incoraggiante, perché stare accanto ai bambini e alle loro mamme, quando stanno vivendo una fase di disagio, è quello che abbiamo sempre cercato di fare. Eppure, se guardo a quello che sta accadendo oggi intorno a noi non posso che sentire uno stridore crudele tra quel sogno e la realtà… in Europa si ergono muri e recinti di filo spinato per impedire a queste piccole e giovani vite, in braccio ai loro papà e alle loro mamme, di poter trovare casa in una terra senza bombe, senza cecchini, senza violenza. Noi ci impegneremo sempre, invece, per continuare a costruire per loro la speranza, il futuro».

Nel 1991 intorno a padre Giuseppe Bettoni lavorava un gruppetto di volontari: aiutavano ragazzi tossicodipendenti del quartiere della Maggiolina e li accompagnavano nel loro percorso verso le comunità terapeutiche. Per Arché fu solo l’inizio di un lungo viaggio. L’associazione nacque per fronteggiare l’emergenza Hiv, soprattutto per i bambini sieropositivi. Nel tempo, con il venir meno dell’emergenza pediatrica, Arché ha continuato la sua attività prendendosi cura di mamme e bambini in situazioni di disagio sociale e fragilità personale, a Milano, Roma, San Benedetto del Tronto e in Africa.

La prima comunità di accoglienza nacque nel 1997 in centro a Milano ed è ancora attiva. In queste settimane Arché sta realizzando la sua seconda struttura: si chiama CasArché ed è il naturale proseguimento di questo lavoro di accompagnamento a mamme e bambini in difficoltà. Non solo una Casa di Accoglienza ma un vero e proprio luogo di bene comune che sorgerà nel quartiere di Quarto Oggiaro, Milano, e interesserà diversi ambiti: la comunità mamma e bambino e l'impresa sociale. «Da 25 anni Arché è insieme a loro: con i bambini anzitutto e con le loro mamme, mamme sempre più giovani ma con un immenso bagaglio di umanità e di sensibilità frutto di una maestra che nessuno vorrebbe avere, ma che la vita ci fa incontrare e che è la sofferenza», dice padre Giuseppe Bettoni. «In questo viaggio lungo 25 anni abbiamo incontrato tante storie, tanti volti, tante attese e speranze. Sono stati anni intensi, dovrei dire bellissimi, ma anche difficili».

Nel 2015, grazie all’impegno di 30 operatori, 120 volontari e migliaia di sostenitori, Arché ha affiancato 1.191 mamme e 6.174 bambini con uno dei suoi progetti in Italia o in Africa. Sono stati accolti nelle strutture di Arché 49 e mamme e bambini. 3.750 sono i bambini che sono stati assistiti in ospedale e a domicilio. 3.566 i ragazzi che hanno partecipato nelle scuole agli incontri di prevenzione promossi dagli operatori di Arché, in Italia e in Africa.

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