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Balcani, il Programma Emergenza Sos Villaggi dei Bambini continua

Prosegue l'opera dei team di Sos Villaggi dei Bambini in Bosnia Erzegovina, Serbia e Croazia. La testimonianza di una famiglia bosniaca che dal 2005 sostiene l'organizzazione e che ora vittima dell'alluvivione è aiutata dagli operatori Sos

di Redazione

Non è finita l’emergenza nei Balcani. Sos Villaggi dei Bambini da parte sua continua a portare avanti il suo programma di aiuto. E mentre la pioggia continua a cadere sulle zone colpite dall’alluvione, anche se con minore intensità da Bosnia, Croazia e Serbia continua a giungere aggiornamenti che Sos Villaggi dei Bambini Italia diffonde. E con gli aggiornamenti arrivano anche le storie, come quella di una famiglia bosniaca che da una decina di anni sostiene l’organizzazione in Bosnia Erzegovina e che ora, colpita dall’alluvione, è a sua volta aiutata.

In Bosnia Erzegovina due valichi di frontiera ( Bosanski Samac e Brcko ) restano chiusi e le aree intorno a Bosanski Šamac e a Bijeljina sono ancora sotto l'acqua. Sono 1.384 gli sfollati che vivono nei 42 centri di accoglienza collettivi. Ora l’emergenza è legata alla pulizia delle aree. A Doboj, il governo locale ha mobilitato uomini e donne, dai 18 ai 60 anni, per togliere fango, detriti, carcasse di animali.
Il Programma Emergenza di Sos Villaggi dei Bambini continua. A Sarajevo vengono sostenuti i bambini nel centro collettivo di Vogošća e nel villaggio di Svrake, colpito da una frana. Due famiglie di Nemila (un villaggio a metà strada tra Sarajevo e Maglaj ) hanno ricevuto beni in natura (letti, pannolini, cibo). A Gračanica si sta lavorando per garantire un sostegno psicosociale ai bambini colpiti da inondazioni e frane.
A Maglaj gli operatori di Sos Villaggi dei Bambini sono impegnati nella ricostruzione della scuola materna e stanno aspettando la consegna delle unità abitative mobili. Il team dell’organizzazione ha visitato la casa della famiglia Međić, sopravvissuta all’inondazione che ha visto 25mila persone, ostaggio del più grande disastro naturale degli ultimi 120 anni.

Questa la testimonianza raccolta dagli operatori del team:
«Io e mia moglie abbiamo vissuto la guerra degli uomini e ora quella dell’acqua – racconta Adin – Mi ricordo tutto. Erano le 6 del mattino. Ci siamo svegliati di soprassalto e abbiamo visto l’acqua salire ad una velocità incredibile. Vedevamo gli elicotteri sopra il nostro tetto. Ci hanno gridato di non muoverci. Siamo saliti all’ultimo piano, prendendo in braccio i nostri figli. La speranza era rimasta nell’acqua. Pensavo che saremmo morti. Non avevamo nulla con noi a parte i documenti e una lettera di SOS Villaggi dei Bambini. La vita è incredibile. Noi abbiamo sostenuto la vostra Associazione dal 2005. L’abbiamo scelta perché avete sempre fatto un ottimo lavoro con i bambini. E ora… siete voi a volerci aiutare» Continua Adin con le lacrime agli occhi. Adin e la moglie Aida però non vogliono nulla da Sos Villaggi dei Bambini. «Lei ha aiutato i nostri bambini e ragazzi per così tanto tempo, ora vorremmo che ci permettesse di aiutare i vostri» – ha detto loro un collaboratore di Sos Villaggi dei Bambini.
Adin spiega che hanno già tolto l'acqua dalla loro cantina, portato fuori casa i mobili bagnati: «Non avremmo mai pensato che ci potesse accadere questa cosa ma ne usciremo più uniti e più forti. Abbiamo ancora la casa, siamo salvi e i nostri figli stanno bene. C’è chi ha perso tutto. Andate prima da loro e grazie perché ci avete dato speranza».

In Croazia Sos Villaggi dei Bambini sta sostenendo 330 famiglie (120 a Hrvatska Kostajnica e Dvor na Uni e 200 a Rajevo Selo, Račinovci, Đurići, Gunja, Strošinci) e 250 bambini con le famiglie (accolte nel centro collettivo di Županja) saranno beneficiari del programma di rafforzamento familiare.
 
In Serbia è stato di nuovo proclamato lo stato di emergenza. 150 sfollati, provenienti da Obrenovac, sono stati spostati dal palazzetto dello sport di Belgrado a uno spazio della Fiera della città. Sos Villaggi dei Bambini ha aperto, il 30 maggio, un asilo nido nella scuola di Grdica, e un centro diurno nel Centro per il Lavoro Sociale di Lazarevac (vicino a Belgrado ). «Abbiamo distribuito materiali di costruzione, pompe ad acqua, cibo a 17 famiglie di una comunità rom di Trstenik» raccontano gli operatori.