Comitato editoriale
Autismo: non si cura, ma con l’approccio giusto si può fare tanto
Da dieci anni Fondazione Sacra Famiglia aiuta le persone con autismo a trovare una strada verso una vita indipendente. Un progetto di successo in cui oggi partecipano quasi 500 persone. Al via una campagna di sostegno via sms
Un approccio innovativo, un vero cambio di passo nei confronti dell'autismo, che ha portato in dieci anni ad avere 500 persone che gravitano attorno a Fondazione Sacra Famiglia e al suo progetto Indipendence Life. «Si tratta di una serie di interventi educativi che aiutano le persone con autismo a condurre una vita più adeguata a loro e quindi più indipendente», spiega il professor Lucio Moderato, direttore dei Servizi per l'autismo di Sacra Famiglia e docente all'Università Cattolica di Milano. «La singolarità del nostro progetto è quella essere passati da un atteggiamento di cura dell'autismo, che in realtà non si cura perchè non è una malattia, a un atteggiamento abilitativo», continua il professore, «che serve quindi a fornire al soggetto le abilità che migliorano la qualità della sua vita. Per dirla con uno slogan più uno ha abilità meglio sta».
Se dunque l'autismo non si può eliminare, in quanto condizione permanente geneticamente indotta, si può però fare in modo che non produca disabilità attraverso un percorso di training psicoeducativi individualizzati e un'intensa attività di terapia occupazionale. Presso Sacra Famiglia infatti sono attivi 13 laboratori – ceramica, falegnameria, bigiotteria, computer e altri – che contribuiscono a contrastare la marginalità sociale di persone con disturbo generalizzato dello sviluppo, autismo e disabilità intellettiva, attraverso processi di promozione per la vita indipendente.
Un progetto che attualmente vede impegnate, a vari livelli, quasi 500 persone con autismo e che la Fondazione intende sostenere con una campagna di raccolta fondi via sms partita il 1 novembre che durerà fino al 7. E' possibile contribuire donando 2 € al numero 45502.
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