Comitato editoriale
Ascolto e partecipazione, il metodo vincente con i minori
In occasione della Giornata Internazionale per i Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza, Sos Villaggi dei Bambini ricorda come ancora troppi bambini nel mondo non godano dei diritti che meriterebbero. Gli ingredienti del “metodo di lavoro Sos” che con i suoi sette Villaggi Sos in tutta Italia accoglie centinaia di bambini privi di cure familiari.
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«I diritti dei bambini e delle bambine sono diritti recenti e segnano un avanzamento nella storia della civiltà», dichiara Roberta Capella, Direttore generale di Sos Villaggi dei Bambini Onlus. «Ma sono costantemente a rischio, proprio per la loro costitutiva fragilità: l’infanzia è, per definizione, senza voce. O ha una voce così flebile che per essere ascoltata richiede la disponibilità degli adulti. Nel nostro lavoro, abbiamo deciso di mettere al centro i diritti dei minorenni. Proteggerli e promuoverli è il faro del nostro cammino». Ma come realizzare i diritti dei bambini che vivono fuori famiglia? Per Sos Villaggi dei Bambini la risposta è quella di “partire dai bambini stessi”. Sembra una frase fatta, ma non lo è.
In occasione della Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza che si celebra in tutto il mondo il 20 novembre, Sos Villaggi dei Bambini, fra tutti i diritti sanciti dalla Convenzione Onu, mette l’accento sul diritto dei minorenni ad esprimere la propria opinione e ad essere ascoltati. Tradotto nella vita di tutti i giorni, vuol dire che i minorenni fuori famiglia devono essere protagonisti del loro percorso educativo, senza sostituirsi al ruolo degli altri operatori dell’infanzia, dall’assistente sociale fino al giudice del Tribunale minorile.
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Per dare voce ai ragazzi, Sos Villaggi dei Bambini ha promosso il progetto “InFo – Insieme Formando”, finanziato dalla Commissione Europea, con il quale ha coinvolto 100 ragazzi tra gli 11 e i 17 anni, accolti in comunità di cinque differenti città italiane (Trento, Verona, Roma, Napoli e Cagliari) in diverse attività volte a favorire la loro partecipazione nei luoghi di accoglienza (qui la news dedicata al convegno conclusivo).
Il risultato è stato straordinario: i ragazzi hanno scritto nero su bianco delle “Raccomandazioni” alle istituzioni italiane ed europee per un’accoglienza basata sul diritto dei bambini alla partecipazione del loro progetto di vita. In particolare i minorenni chiedono una formazione sui diritti obbligatoria per chi opera nell’accoglienza, di ricevere informazioni e aggiornamenti sulla propria situazione familiare, venendo a conoscenza dei motivi per cui gli adulti hanno preso certe decisioni per loro (e non con loro), manifestano una “forte volontà di partecipare al proprio progetto educativo” e auspicano la creazione di maggiori “contesti di ascolto, anche a carattere collettivo”.
In apertura foto di Kazuend/Unsplash
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